Trasferimento al’ICAM di Torino: Neonato in carcere con la madre
La notizia del trasferimento di una giovane mamma detenuta con un neonato di un mese dal carcere di Torino Lorusso e Cotugno all’ICAM ha destato grande attenzione e polemiche. Il Garante dei detenuti ha annunciato un sopralluogo per verificare le condizioni della detenuta e del bambino in questa delicata situazione. Il trasferimento è avvenuto in seguito all’ordinanza emessa dal Gip di Pistoia, su richiesta della direzione carceraria e con l’individuazione della struttura adatta per le detenute con figli.
Le condizioni e la richiesta d’intervento
Le condizioni nel carcere di Torino erano state denunciate da un deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, che aveva ricevuto segnalazioni dirette dalle detenute. Le donne lamentavano sovraffollamento, presenza sempre più frequente di reclusi con problemi psichiatrici e la permanenza di minori in carcere anziché in strutture adatte come l’ICAM. Grimaldi ha sollecitato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a prendere provvedimenti immediati e a riesaminare una proposta caduta in passato per evitare che situazioni del genere si ripetano.La presenza di neonati nelle carceri è stata collegata alle politiche rigide in tema di sicurezza, non ancora in vigore, ma che influenzano le condizioni detentive. La responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, ha sottolineato la gravità della situazione e chiesto spiegazioni al ministro Nordio.
L’intervento istituzionale e l’attenzione del Garante
Il Garante Nazionale dei detenuti si è impegnato ad effettuare un controllo diretto presso il carcere Lorusso e Cutugno per chiarire i fatti e verificare le condizioni della madre e del neonato. La visita è prevista nelle prossime settimane e il Garante si propone di dialogare con la direzione per garantire trasparenza e risposte adeguate. La presenza di bambini in ambienti detentivi solleva questioni etiche e pratiche che necessitano di soluzioni urgenti e rispettose dei diritti dei minori.La situazione della giovane madre detenuta a Torino rimane al centro dell’attenzione pubblica, con la speranza che il trasferimento all’ICAM migliori le condizioni di vita del neonato e della donna. La vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle detenute con figli e richiama l’importanza di politiche penitenziarie più umane e rispettose della dignità e dei diritti fondamentali di tutte le persone coinvolte.