Lo scandalo della presunta apparizione mariana a Trevignano
Madonna di Trevignano, l’anatema del vescovo Salvi è solo l’inizio – Il Fatto Quotidiano – Nel corso degli ultimi mesi, l’attenzione si è concentrata sulla presunta apparizione della Madonna a Trevignano, un evento che ha catturato l’immaginazione di molti fedeli. Le dichiarazioni rilasciate dai coniugi Cardia e i presunti fenomeni soprannaturali hanno generato una fervente attenzione mediatica e religiosa.
Interrogativi sulla veridicità delle manifestazioni
La vicenda ha destato numerosi interrogativi sulla veridicità delle manifestazioni riportate dai protagonisti. Le affermazioni di Gisella Cardia riguardanti i presunti messaggi trasmessi dalla Madonna e i fenomeni miracolosi come la moltiplicazione di cibo e le stimmate hanno sollevato dubbi e perplessità. Le supposte scritte in aramaico sulle pareti di casa e l’idea di un pozzo di acqua benedetta hanno contribuito a alimentare lo scetticismo e la curiosità dell’opinione pubblica.
La richiesta di chiarimenti da parte della cosiddetta “veggente” è stata accolta con risposte evasive e atteggiamenti difensivi da parte della coppia. Le accuse di persecuzione da parte dei media e la reticenza nel fornire spiegazioni dettagliate hanno sollevato ulteriori sospetti e alimentato la polemica intorno a tali presunte manifestazioni soprannaturali.
La decisione del vescovo Salvi e le conseguenze
Dopo un lungo periodo di indagini e valutazioni, il vescovo Salvi ha emesso una dura presa di posizione in merito alla questione. La Chiesa, attraverso il vescovo, ha sancito che non vi è mai stata alcuna apparizione mariana a Trevignano e che i presunti miracoli non hanno alcun fondamento. Questa decisione implica che Gisella Cardia, il marito e i loro seguaci dovranno astenersi da ulteriori raduni pubblici e privati.
La Chiesa ha categoricamente stabilito che si tratta di un “constat de non supernaturalitate”, respingendo ogni legame tra la dottrina cattolica e le attività dell’associazione gestita dalla coppia. Questo verdetto non solo rappresenta un’anatema nei confronti dei protagonisti di questa vicenda, ma solleva anche interrogativi sulla natura delle attività svolte dall’associazione e sulle donazioni ricevute dai fedeli. Si profila l’ombra di un’indagine sulla possibile truffa e sull’abuso di fiducia perpetrati a danno dei credenti che si sentono ora manipolati e traditi.