Le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) della Distribuzione Moderna Organizzata (DMO) hanno raggiunto un punto di stallo irrimediabile. Dopo lunghi e complessi incontri, le discussioni tra Federdistribuzione e i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno subito una battuta d’arresto definitiva, portando alla proclamazione di uno sciopero su scala nazionale previsto per il 30 marzo 2024.
Le ragioni dello stallo
Il nodo centrale della disputa risiede nel rinnovo del contratto nazionale del terziario, che coinvolge migliaia di lavoratori in tutta Italia. A una settimana dal rinnovo del contratto con Confcommercio e Confesercenti, le trattative con Federdistribuzione sono naufragate, lasciando i sindacati senza altra scelta se non quella di proclamare otto ore di sciopero. “Sono trascorsi oltre quattro anni dalla scadenza del primo (e ultimo) Ccnl sottoscritto”, hanno dichiarato i sindacati in una nota congiunta, sottolineando la “ritrosia patologica” di Federdistribuzione nel riconoscere adeguati termini economici ai dipendenti delle aziende associate.
La risposta di Federdistribuzione
Da parte sua, Federdistribuzione ha espresso “rammarico” per la rottura unilaterale delle trattative, definendo lo sciopero “un atto di grave irresponsabilità e privo di fondamento”. L’associazione di categoria ha ribadito il proprio impegno nel trattare la questione salariale con “senso di responsabilità”, affermando di aver proposto adeguamenti normativi al contratto per rispondere alle esigenze dei lavoratori e alle mutate condizioni dell’organizzazione del lavoro.
La mobilitazione dei sindacati
I sindacati, tuttavia, descrivono un quadro differente, parlando di “una lunga e snervante trattativa” durante la quale “Federdistribuzione ha calato (nuovamente) la maschera”, avanzando pretese considerate irrealistiche e volte unicamente a far naufragare le negoziazioni. In risposta, non solo è stato proclamato uno sciopero generale per il 30 marzo, ma è stata annunciata anche la mancata disponibilità al lavoro per il 31 marzo e il 1° aprile. Le forme di protesta previste includono presidi, flash mob e attività di sensibilizzazione, segnando una mobilitazione significativa nel settore.
La proposta di dialogo
Nonostante la dura presa di posizione dei sindacati, Federdistribuzione non chiude le porte al dialogo. L’organizzazione ha espresso l’auspicio di poter riprendere le trattative, invitando le controparti a un approccio costruttivo. “L’auspicio è di poter riprendere il dialogo con le organizzazioni sindacali”, ha concluso l’associazione, sottolineando la necessità di un impegno comune per superare le divergenze.
Un contrasto tra esigenze e proposte
Al centro della contesa ci sono le esigenze dei lavoratori che, dopo anni di attesa, chiedono un riconoscimento economico adeguato alle loro prestazioni. La proposta di Federdistribuzione, sebbene includa alcuni adeguamenti, sembra non essere sufficiente a soddisfare le richieste sindacali, portando a una situazione di stallo che ha reso inevitabile la proclamazione dello sciopero.
La vicenda evidenzia non solo la complessità delle negoziazioni nel settore della distribuzione moderna ma anche la profonda divergenza tra le parti sul riconoscimento del valore del lavoro e sulle modalità di aggiornamento dei contratti collettivi. La speranza è che il confronto possa riprendere in termini costruttivi, per evitare ulteriori disagi ai lavoratori e alle aziende coinvolte.