Scandali e trasgressioni nella Roma degli anni ’80 secondo Vladimir Luxuria
La capitale italiana, crocevia di storia e cultura, ha conosciuto anche un volto meno casto e decisamente più trasgressivo. Vladimir Luxuria, attivista e prima persona transessuale eletta in un parlamento europeo, riapre le pagine di un passato romano fatto di luci soffuse e confidenze tra le pareti dei locali notturni. Nei suoi recenti racconti, emerge una Roma che, sotto il manto della tradizione e dei “valori della famiglia”, cela ricordi di incontri clandestini e festini sfrenati.
Il Muccassassina: crocevia di politica e trasgressione
Il celebre Muccassassina, discoteca icona della movida capitolina tra gli anni ’80 e ’90, viene descritto da Luxuria come un luogo di paradossale incontro tra la vita pubblica e quella privata di molti politici dell’epoca. “I politici si mettevano a 90, mi pregavano ‘Non dire che m’hai visto'”, rivela l’ex deputata, sottolineando l’ipocrisia di chi di giorno proclamava valori conservatori per poi abbandonarseli di notte. Il documentario Roma, santa e dannata, firmato da Roberto D’Agostino e Marco Giusti, offre uno spaccato di queste contraddizioni attraverso le parole di Luxuria.
Una città pagana mascherata da santa
La stessa Luxuria descrive Roma come una “città molto pagana”, nonostante la vicinanza con il Vaticano e la sua influenza. Il Muccassassina, in particolare, emerge come un palcoscenico di avanguardia culturale e sessuale. “Ogni notte interrompevamo la musica per fare spettacoli e all’epoca non si parlava di drag queen, ma eravamo dei precursori alla metà degli anni Ottanta”, ricorda l’artista e politica, delineando un ambiente in cui la musica, da Raffaella Carrà agli Abba, era il battito di un cuore collettivo che pulsava al ritmo dell’inclusività e della libertà di espressione.
La paura dei fotografi e la ricerca della trasgressione
Nonostante l’apparente spensieratezza di quegli anni, un timore serpeggiava tra i frequentatori dei locali: i fotografi. La paura di essere immortalati in momenti di intimità era tangibile, tanto che molti si nascondevano per evitare di finire su qualche rotocalco. Ironia della sorte, anni dopo, quando il locale acquisì una certa fama, gli stessi partecipanti speravano di essere catturati dall’obiettivo di un fotografo per consolidare il proprio status nel jet set capitolino.
Il Degrado: estremi di trasgressione
Ma Luxuria non si ferma al Muccassassina. Nella sua memoria riaffiora anche il Degrado, un altro locale conosciuto per i suoi estremi di trasgressione. “Ricordo uno spettacolo di una pornostar che prendeva le candele una per una per infilarle nell’orifizio anale. Poi le faceva uscire con una colonnina di fumo”, racconta con una chiarezza quasi fotografica. E ancora: “Oppure, le orge nella sala con colonna sonora ‘Quando nasce un amore’ di Anna Oxa e tutti a trombare”. Un luogo senza arredi, ma con molti stanzini, frequentato da una variegata fauna notturna che spaziava dai transessuali ai travestiti part-time.
Roma e la competizione internazionale nella trasgressione
La scena romana, secondo l’ex deputata, non aveva nulla da invidiare a quella di città ritenute più aperte come Londra e New York. “Quante volte sono andata a Londra e New York per capire la trasgressione, poi ho scoperto che siamo molto più trasgressivi noi”, confessa Luxuria, affermando la posizione di Roma come una sorta di non dichiarata capitale della trasgressione.
Le rivelazioni di Vladimir Luxuria gettano luce su un periodo della storia contemporanea di Roma che si svolgeva nelle ombre, tra i riflessi di una sfera di cristalli e le note di una canzone di Anna Oxa. Se da un lato i racconti possono suonare come una nostalgica reminiscenza di un’epoca dorata della trasgressione, dall’altro pongono interrogativi sulla dicotomia tra l’apparire e l’essere, tra i valori proclamati in pubblico e le azioni compiute nell’intimità dei club privati. Un contrasto che, ancora oggi, continua a definire il complesso rapporto tra sfera pubblica e vita privata.
Foto Credits: Il Fatto Quotidiano