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La rivoluzione musicale dei Tre Allegri Ragazzi Morti contro il capitalismo
La band Tre Allegri Ragazzi Morti (TARM), con tre decenni di carriera alle spalle, si erge come emblema di una resistenza culturale e musicale all’insegna dell’indipendenza artistica. In occasione del trentennale, il frontman Davide Toffolo racconta la genesi e l’evoluzione di un progetto che ha saputo interrogare e riflettere sul proprio tempo, mantenendo un dialogo aperto con le generazioni e i cambiamenti dell’industria musicale.
In una grande casa a Pordenone, circondata da glicine, Toffolo apre le porte del suo mondo, un universo dove la musica si intreccia con l’arte del fumetto, la passione per l’esoterico e un impegno civile e politico che non teme di confrontarsi con le contraddizioni del presente. ‘Il problema è sempre uno: il capitalismo!’, afferma Toffolo, evidenziando come la band non abbia mai smesso di interrogarsi sul proprio ruolo e sulla possibilità di fare arte in un contesto dominato dalle logiche di mercato.
Un viaggio lungo trent’anni
Dal primo incontro con i compagni di avventura, Enrico Molteni e Luca Masseroni, alla scelta di autoprodursi e di gestire in maniera indipendente la propria musica, i TARM hanno percorso una strada fatta di sperimentazione e di fedeltà ai propri ideali. La band ha attraversato le trasformazioni del settore musicale, dal vinile al digitale, mantenendo una coerenza artistica e una capacità di rinnovarsi senza tradire la propria essenza.
Il nuovo album ‘Garage Pordenone’ rappresenta una summa dell’esperienza dei TARM, un ritorno alle origini che non rinuncia a guardare al futuro. Le dodici tracce sono un omaggio alla città natale della band, ma anche una riflessione sullo stato dell’arte e sulla capacità della musica di raccontare e trasformare la realtà.
La musica come forma di resistenza
Nei racconti di Toffolo emerge una visione della musica come spazio di libertà e come strumento di critica sociale. La band, fin dai suoi esordi, ha utilizzato il palco e le proprie canzoni per parlare di temi come l’adolescenza, l’ambientalismo, e la lotta contro le ingiustizie, mantenendo un linguaggio diretto e senza filtri che ha saputo conquistare un pubblico trasversale.
La scelta di indossare maschere durante le esibizioni diventa metafora della volontà di mettere in discussione l’uso dell’immagine nell’industria musicale, sottolineando l’importanza del messaggio e della musica stessa rispetto all’immagine pubblica degli artisti.
Un dialogo aperto con il mondo
La storia dei TARM è segnata da incontri e collaborazioni che hanno arricchito il loro percorso, da quello con figure di spicco del mondo del fumetto, come Andrea Pazienza e Igort, a quello con artisti e musicisti che hanno condiviso la loro visione artistica e la loro critica verso una società sempre più omologata.
L’incontro con il pittore Giordano Floreancig e la docente di storia dell’arte Paola Bristot trasforma l’intervista in un viaggio nelle radici culturali e nella creatività che caratterizza il Friuli e i suoi abitanti, sottolineando l’importanza del territorio e delle sue storie nella formazione artistica della band.
La musica dei Tre Allegri Ragazzi Morti continua a essere un viaggio esplorativo, un percorso che si arricchisce di nuove sfumature mantenendo saldi i principi e gli ideali che ne hanno segnato l’origine. ‘Garage Pordenone’ non è solo un album, ma un manifesto che ribadisce la necessità di un’arte autentica, capace di interrogare e di provocare, in un dialogo continuo con il mondo e le sue contraddizioni.