La caduta di un dittatore nella “La lunga notte”: cronaca di un finale annunciato
Nella penombra di un’Italia segnata dalla guerra e dal fascismo, la fiction “La lunga notte” ha raccontato gli ultimi attimi di potere di Benito Mussolini, interpretato da Duccio Camerini. La serie, che si è conclusa con un epilogo tanto drammatico quanto storico, ha riscritto in chiave drammaturgica le vicende che hanno portato alla caduta del Duce. Tra passioni tormentate e giochi di potere, la narrazione ha avuto il suo culmine nel decisivo Gran Consiglio del Fascismo.
Amori e politica nell’ombra del declino
Claretta Petacci, interpretata da Martina Stella, emerge nella fiction come figura tragica e controversa. La sua tentata estrema soluzione, il suicidio, segna il dolore di un amore non corrisposto nella piena tempesta politica. Un’altra trama personale si intreccia con la grande Storia: Beatrice, il personaggio di Emma Benini, e Italo, interpretato da Riccardo De Rinaldis, trovano in un addio l’epilogo della loro giovane passione.
Frattanto, nei corridoi del potere, il Re Vittorio Emanuele III, riceve Mussolini al Quirinale, discutendo la possibilità di un distacco dall’alleato tedesco. Il Duce, tuttavia, rassicura sulla situazione, affermando di avere la situazione sotto controllo e annunciando la convocazione del Gran Consiglio per affrontare i “traditori”, incluso quelli all’interno della famiglia reale, come la Principessa Maria Josè, interpretata da Aurora Ruffino.
Il Gran Consiglio: l’arena finale
Con la scena ambientata al Gran Consiglio, il Duce sfoggia un sorriso feroce, fiducioso di poter annientare ogni opposizione. È qui che si consuma lo scontro con Dino Grandi, interpretato da Alessio Boni, che rifiuta l’offerta di Mussolini di succedergli al termine della guerra in cambio del ritiro della sua mozione.
La tensione è palpabile e raggiunge l’acme quando Galeazzo Ciano, rappresentato da Marco Foschi, in un colpo di scena, vota a favore della mozione di Grandi, tradendo così il suocero e precipitandone la caduta. La serie non tralascia di mostrare la disperazione di Antonietta, moglie di Dino Grandi e interpretata da Ana Caterina Morariu, tenuta prigioniera dalla polizia politica, l’OVRA, in un crescendo di suspense e pathos.
La caduta di un regime e le sue conseguenze
Il voto decisivo di Ciano segna il destino di Mussolini, che viene arrestato il 25 luglio 1943. La capitale si infiamma e il re incarica il generale Pietro Badoglio di formare un nuovo governo, mentre la guerra continua. La fiction si allinea ai fatti storici, rievocando la prigionia di Mussolini sul Gran Sasso e la sua liberazione da parte dei tedeschi, per poi passare alla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana.
Il destino dei membri del Gran Consiglio che votarono contro Mussolini è racchiuso in un epilogo tragico. Cinque di loro, tra cui Galeazzo Ciano, furono condannati a morte e fucilati, un evento storico che fu narrato anche nel film “Il processo di Verona” di Carlo Lizzani, una pellicola che ha impresso nelle immagini cinematografiche la drammaticità di quei giorni.
Destini incrociati e sopravvivenze
Dino Grandi, dopo una fuga che lo portò in Spagna e poi in Portogallo, riuscì a tornare in Italia negli anni ’60, dopo essere stato assolto dalle accuse di crimini di guerra. La sua autobiografia, “La mia vita”, pubblicata nel 1985, offre uno sguardo personale sugli eventi che cambiarono il corso della storia italiana. Morì a Bologna nel 1988, quasi centenario, lasciando una testimonianza diretta di un’epoca di grandi cambiamenti.
Nel tessuto della finzione e della storia, “La lunga notte” ha quindi dipinto un quadro di fine regime, in cui le personalità storiche, i tradimenti e le passioni si sono intrecciati in un destino comune. Gli eventi narrati nella serie, pur nella loro drammatizzazione, restano fedeli alle vicende che hanno segnato uno dei momenti più bui e al tempo stesso decisivi della storia italiana, la caduta di Mussolini e la fine del fascismo. In questo contesto, la serie ha portato alla luce gli aspetti più umani e personali di figure storiche spesso avvolte nel mito o nel disprezzo collettivo, mostrando come, anche di fronte alla Storia, rimangano esseri umani con le loro debolezze e i loro drammi.