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Tragedia in montagna: ritrovato senza vita il runner scomparso a Bovegno
Le montagne della Val Trompia hanno restituito una terribile verità. Fabio Ferrari, il runner cinquantacinquenne di cui si erano perse le tracce domenica scorsa, è stato ritrovato morto. Il suo corpo è stato scoperto dai soccorritori ai piedi di un canalone, nella zona di Bovegno, vicino Brescia. Le ricerche si sono concluse con una nota drammatica: sembra che l’uomo sia caduto per un centinaio di metri lungo un sentiero di montagna.
Una domenica di sport finita in tragedia
La giornata di Fabio Ferrari era iniziata come tante altre, con la passione per la corsa che lo aveva portato a esplorare i sentieri della Val Trompia. Aveva lasciato l’auto a Graticelle, una frazione del comune di Bovegno, per poi avventurarsi in solitaria. Gli ultimi ad averlo visto sono stati alcuni escursionisti, verso le 11.30, poco sotto il Monte Muffetto; nessuno avrebbe potuto immaginare che quelle fossero le ultime ore della sua vita.
Preoccupata per il mancato ritorno, la moglie aveva dato l’allarme la sera stessa, iniziando quella che sarebbe diventata una corsa contro il tempo per le squadre di soccorso. Nonostante gli sforzi, il tragico epilogo si è concretizzato nel pomeriggio di martedì: il ritrovamento del corpo senza vita dell’ingegnere e runner, descritto come un atleta esperto e ben attrezzato, tesserato della società Atletica Franciacorta Oxyburn.
Una serie di lutti che colpiscono la comunità bresciana
Il caso di Ferrari non è isolato. La provincia di Brescia piange la perdita di tre escursionisti in pochi giorni, tutti vittime delle insidie delle montagne locali. Oltre a Ferrari, altre due vite sono state spezzate: Maurizio Vergolio, commercialista cinquantaquattrenne e Sergio Bologna, architetto quarantatreenne, hanno trovato la morte in due distinti incidenti.
Vergolio, un alpinista conosciuto per la sua esperienza, era scivolato sul Cimon della Bagozza, in Valcamonica, precipitando per circa duecento metri. Bologna, invece, è caduto da un costone al passo del Maniva, un triste destino che ha accomunato queste anime amanti della montagna.
Percorsi pericolosi e sicurezza in montagna
Questi episodi riportano all’attenzione pubblica il tema della sicurezza in montagna. Nonostante l’esperienza e l’attrezzatura adeguata, le montagne possono riservare trappole fatali anche ai più esperti. La comunità alpinistica, in lutto, ricorda l’importanza della prudenza e del rispetto per l’ambiente naturale, a volte imprevedibile nelle sue manifestazioni più selvagge.
Le istituzioni locali e le associazioni di alpinismo sottolineano la necessità di un’adeguata preparazione fisica e di una conoscenza approfondita del territorio prima di avventurarsi sui sentieri di montagna. La tragedia di Fabio Ferrari, un uomo che conosceva bene i sentieri che percorreva, è una testimonianza dolorosa di quanto la montagna possa essere imprevedibile.
Il cordoglio della comunità
La notizia della scomparsa di Ferrari aveva scatenato una catena di solidarietà, con appelli alla ricerca diffusi anche attraverso i social network dalla sua società di atletica. La comunità locale, ma anche quella degli appassionati di running e montagna, si stringe nel dolore alla famiglia di Ferrari e agli amici delle altre vittime di questi giorni bui per la provincia di Brescia.
Il cordoglio è palpabile anche tra le file delle società di soccorso alpino, che hanno operato senza sosta per ritrovare il runner e che, purtroppo, si trovano spesso a confrontarsi con esiti tragici nonostante il loro impegno incessante. La loro dedizione non viene meno, ma questi eventi rappresentano un monito a non sottovalutare mai i rischi della montagna.
La scomparsa di Ferrari lascia un vuoto non solo tra i suoi cari ma anche nella comunità degli sportivi, che vedono in lui l’immagine dell’entusiasmo e della passione per lo sport, una passione che lo ha accompagnato fino all’ultimo respiro tra le montagne che tanto amava.