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“Giuseppe Caprotti: la storia di Esselunga attraverso le sue parole”
Il racconto di Giuseppe Caprotti
Giuseppe Caprotti, figlio di Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga, si è recentemente raccontato ai microfoni del podcast One More Time, condividendo dettagli intimi e spesso controversi della sua vita e del suo rapporto con il padre. Attraverso quest’intervista, emerge un ritratto vivido e complesso di un uomo che ha vissuto da vicino l’evoluzione di uno dei più grandi marchi italiani nel settore della grande distribuzione. Caprotti si apre senza filtri, rivelando momenti di tensione, licenziamenti, e un’adolescenza segnata da episodi drammatici, come il tentato rapimento.
La dinastia Caprotti e il mistero delle deleghe revocate
Bernardo Caprotti, il patriarca della famiglia e fondatore di Esselunga, emerge dal racconto del figlio come una figura complessa e spesso severa. Il ritratto dipinto da Giuseppe Caprotti nel suo libro “Le ossa dei Caprotti” svela dettagli inediti sulla personalità del padre, descrivendolo come un “padre padrone” che ha allontanato progressivamente le persone più vicine a sé. La decisione di estromettere i due figli, Giuseppe e Violetta, dall’azienda a favore di una sola persona, la segretaria Germana Chiodi, ha suscitato scalpore e ha sollevato domande sulle dinamiche interne della società.
Giuseppe Caprotti rievoca con nostalgia e ironia gli anni trascorsi in famiglia e in azienda, sottolineando l’influenza positiva del padre sul suo percorso professionale. I ricordi di assaggiare prodotti e sperimentare in cucina con il padre rivelano un lato affettuoso e appassionato di Bernardo Caprotti, contrapposto all’austerità e alla durezza che emergevano in contesti diversi. L’esperienza vissuta da Giuseppe Caprotti negli Stati Uniti presso i supermercati Dominick’s si rivela determinante per lo sviluppo di nuove strategie e approcci gestionali che avrebbe successivamente introdotto in Esselunga.
Il contributo di Giuseppe Caprotti all’evoluzione di Esselunga
Giuseppe Caprotti entra in azienda e porta con sé l’esperienza maturata oltreoceano, introducendo innovazioni che avrebbero segnato il futuro di Esselunga. Dalla valorizzazione del rapporto con i dipendenti alla promozione di prodotti biologici e del commercio equo e solidale, Caprotti ha contribuito a trasformare l’approccio aziendale, puntando sulla trasparenza e sulla modernizzazione dei servizi offerti ai clienti.
Le carte Fidaty, ideate da Giuseppe Caprotti, rappresentano uno dei successi più significativi nell’ambito della fidelizzazione dei clienti, con oltre 5 milioni di aderenti. L’introduzione della spesa online e a domicilio, insieme ad un nuovo sistema di contabilità industriale e all’apertura dell’ufficio marketing, hanno segnato una svolta nell’evoluzione di Esselunga. Tuttavia, nonostante il suo impegno e le sue innovazioni, il contributo di Giuseppe Caprotti non è stato sempre riconosciuto come dovuto, venendo spesso attribuito al padre Bernardo Caprotti.
Giuseppe Caprotti si è trovato al centro di polemiche e controversie interne all’azienda, culminate con il revocargli delle deleghe di amministratore delegato. Le accuse di aver creato buchi nei bilanci, seppur infondate secondo Caprotti, hanno segnato la sua uscita forzata dall’azienda fondata dal padre. L’eredità di Bernardo Caprotti e il mistero delle deleghe revocate restano punti di interesse e dibattito nell’ambito della storia di Esselunga e della famiglia Caprotti.