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Il Treno del Ricordo 2024: Tra Storpiature Storiche e Polemiche
Il Treno del Ricordo 2024 è pronto a partire da Trieste, suscitando polemiche e critiche per le storpiature storiche e politiche presenti nel suo percorso. Da Istria e Dalmazia ritenute erroneamente di provata appartenenza all’Italia fino ai tentativi di equiparare gli esuli ai militari internati nei campi di concentramento tedeschi, l’iniziativa ha destato perplessità e indignazione non solo tra gli storici, ma anche tra le associazioni antifasciste e della Resistenza presenti sul territorio.
Gli Svarioni Storici e Politici del Treno
In un contesto dove la memoria storica gioca un ruolo fondamentale, stupisce che nessuno abbia sollevato dubbi riguardo alle rappresentazioni fallaci presenti nel Treno del Ricordo. Le immagini dell’Istria e della Dalmazia, considerate parte integrante dell’Italia romana sin dai secoli precedenti a Cristo, vengono utilizzate con leggerezza e scarsa consapevolezza storica. L’equiparazione tra gli esuli e i militari italiani internati nei campi di concentramento tedeschi rappresenta un ulteriore passo falso, cercando di confondere le acque e offuscare i reali eventi storici.
Le critiche si concentrano sull’ambiguità dell’intento di questo progetto, che sembra mescolare Foibe e Shoah in modo strumentale, riducendo pezzi significativi della storia a mere strumentalizzazioni politiche. La presenza dei militari internati nella mostra ha suscitato la reazione indignata delle associazioni antifasciste e della Resistenza, che denunciano la persistente esaltazione dell’italianità come un tentativo di cancellare le vere sofferenze e le ingiustizie subite da sloveni e croati durante il periodo fascista e di occupazione del 1941.
La Contestazione e le Polemiche
L’Associazione dei militari internati, insieme al Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza, ha espresso netta disapprovazione nei confronti di un’iniziativa che sembra alimentare una narrazione distorta e nazionalista. La provocatoria presenza di queste ‘falsità di Stato’ nel Treno del Ricordo sembra contraddire addirittura i tentativi di rinnovata amicizia tra Italia e Slovenia, come sottolineato dal Presidente Mattarella. La richiesta di contestualizzare storicamente le vicende legate alle foibe e agli esuli, anziché strumentalizzarle per fini nazionalistici, emerge come un monito contro il rischio di revisionismo storico e di esaltazione di un’identità a scapito di altre.
In un momento in cui la memoria storica e la ricerca della verità storica dovrebbero essere al centro delle riflessioni collettive, il Treno del Ricordo 2024 sembra offrire, invece, una versione distorta e parziale degli eventi, alimentando polemiche e divisioni anziché favorire una comprensione condivisa del passato. La storia non può e non deve essere strumentalizzata a fini politici o nazionalisti, ma deve essere raccontata con rigore e rispetto per tutte le vittime e le sofferenze vissute durante quegli anni bui.