Scoperte straordinarie al Viola Park: una finestra sulla storia romana a Firenze
Durante i lavori al Viola Park a Firenze sono state portate alla luce scoperte archeologiche straordinarie, tra cui una fattoria romana, una strada e una necropoli con circa 170 tombe risalenti dall’VIII secolo a.C. fino al V secolo. Suppellettili personali come orecchini d’oro, dadi da gioco, spilloni per capelli, specchi e lucerne sono emerse dalla terra, offrendo uno sguardo senza precedenti sulla vita quotidiana dell’epoca.
Una rivelazione storica grazie alla scoperta
Questa scoperta rivela un patrimonio fino ad oggi sconosciuto, aprendo una nuova prospettiva sulla piana di Firenze di cui si sapeva poco o nulla. Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze, ha sottolineato che le tombe, che abbracciano diversi secoli, si trovano in un’area di importanza strategica rispetto all’Arno e suggeriscono la presenza di un antico centro abitato.
Le tombe, disposte lungo la strada secondo le consuetudini dell’epoca, contenevano una varietà di oggetti che ora sono custoditi nei depositi della soprintendenza, tra cui tegole di una copertura a cappuccina conservate presso il Viola Park. Pierluigi Giroldini, funzionario archeologo, ha evidenziato l’importanza di queste scoperte per la comprensione delle antiche dinamiche insediative e dello sviluppo storico della regione.
Archeologia e cultura in primo piano
L’importanza di queste scoperte è stata sottolineata in occasione della TourismA – Salone Archeologia e Turismo Culturale, un evento organizzato dalla rivista Archeologia Viva che quest’anno celebra la sua decima edizione. Storici, archeologi e studiosi si riuniscono per discutere le ultime novità del settore, offrendo al pubblico la possibilità di immergersi nella ricca storia archeologica della regione.
Il presidente della Regione Eugenio Giani ha evidenziato l’importanza del turismo culturale e dell’archeologia nel contesto contemporaneo, sottolineando il legame tra la storia etrusca e l’era dei Medici. Questa sinergia tra passato e presente si riflette anche nell’importante candidatura dell’Unione dei Comuni della Valdichiana senese come finalista per il titolo di Capitale italiana della cultura 2026, un riconoscimento che si basa anche sulla straordinaria scoperta avvenuta a San Casciano dei Bagni nel 2022.