Pantani: Le indagini sulla morte del Pirata
Marco Pantani, il celebre ciclista italiano scomparso tragicamente vent’anni fa, continua a essere al centro di dibattiti e speculazioni riguardo alla sua morte avvenuta il 14 febbraio 2004 nel Residence Le Rose di Rimini. Nonostante la versione ufficiale che parla di overdose di cocaina, i genitori di Pantani, mamma Tonina e papà Paolo, non hanno mai accettato questa spiegazione. Le indagini condotte nel corso degli anni, tuttavia, sembrano convergere su un’unica conclusione: Pantani non è stato vittima di omicidio, e l’ipotesi di un assassinio non trova riscontri solidi.
La prima inchiesta e le condanne
La prima inchiesta, avviata subito dopo la morte del Pirata nel 2004, ha portato a una serie di condanne. Fabio Carlino, ex manager di discoteche inizialmente condannato a 4 anni e sei mesi per spaccio e morte come conseguenza dello spaccio, è stato successivamente assolto in Cassazione. Il “corriere” Ciro Veneruso è stato condannato a 3 anni e 10 mesi per aver portato la cocaina a Pantani, mentre Fabio Miradossa, identificato come il fornitore della droga, ha patteggiato una pena di 4 anni e 10 mesi. In tutti questi casi, la conclusione dei giudici è stata unanime: la morte di Pantani è stata causata dalla sua volontaria assunzione di droga.
Dieci anni dopo, una seconda inchiesta ha cercato di fare luce sui fatti della giornata in cui Pantani morì. Le indagini si concentrarono sullo stato disordinato dell’appartamento nel residence Le Rose, rilevando discrepanze tra le testimonianze di chi soccorse Pantani e le immagini della Polizia. Nonostante diversi dettagli inediti sulle ultime giornate di Pantani tra Milano e Rimini, non sono emerse prove concrete a supporto dell’ipotesi di omicidio. Nel 2016, il Gip Cantarini ha archiviato l’indagine definendo l’ipotesi dell’omicidio come una “congettura fantasiosa”, confermando che la morte di Pantani è stata causata dalla sua volontaria assunzione di cocaina e farmaci antidepressivi.
La terza indagine e le nuove speculazioni
Nel novembre del 2021, la Procura di Rimini ha avviato una terza indagine a seguito di un memoriale presentato dall’avvocato Fiorenzo Alessi. Questa nuova inchiesta è stata aperta per chiarire se Pantani sia stato ucciso o meno. Le parole di Fabio Miradossa, fornitore della cocaina a Pantani, hanno contribuito a riaccendere il dibattito: “Marco è stato ucciso”. Anche la Commissione Antimafia ha preso in considerazione le dichiarazioni di Miradossa insieme a quelle di Renato Vallanzasca, il quale ha rivelato conversazioni in carcere riguardanti l’esclusione di Pantani dal Giro d’Italia 1999 a causa di un ematocrito alto.
Dopo aver riesaminato le testimonianze di Miradossa e Veneruso, spacciatori coinvolti nel caso, gli inquirenti non hanno trovato elementi consistenti che supportino l’ipotesi di omicidio. Al momento, la verità sulla morte di Marco Pantani resta avvolta nell’ombra, lasciando spazio a teorie e speculazioni che continuano a tenere viva l’eredità e il mistero che circonda il Pirata del ciclismo italiano.