La recente decisione del Congresso degli Stati Uniti di sbloccare 60,8 miliardi di dollari in aiuti a Kyiv potrebbe segnare una svolta cruciale nella guerra in Ucraina. Secondo diversi esperti, questa mossa potrebbe convincere il Cremlino che, anche in caso di vittoria di Donald Trump nelle prossime elezioni, gli Stati Uniti continueranno a sostenere l’Ucraina, rendendo la sconfitta di quest’ultima praticamente impossibile.
La prospettiva di un negoziato emerge come possibile solo se sia Mosca che Kyiv si convinceranno che una vittoria totale è troppo costosa e lunga da raggiungere. Tuttavia, attualmente, entrambe le parti sembrano ancora credere nella possibilità di un successo completo, nonostante nessuna delle due abbia le forze necessarie per farlo.
Le Difficoltà del Negoziato
Uno dei principali ostacoli al negoziato risiede nella definizione di garanzie di sicurezza che siano accettabili per Kyiv. Ucraina e Russia devono essere sicure che l’altra parte non riprenderà l’aggressione. Attualmente, queste condizioni non esistono, in quanto sia Mosca che Kyiv sembrano persuase di poter ancora raggiungere una vittoria completa.
La Russia potrebbe riuscire a sconfiggere le forze regolari ucraine, ma non avrebbe le risorse necessarie per mantenere l’occupazione del territorio contro le forze di difesa territoriale ucraine. Allo stesso modo, gli aiuti occidentali, pur essendo di alta tecnologia, non possono compensare completamente la carenza di soldati da parte ucraina. Questi aiuti potrebbero però alleviare la pressione sulle forze ucraine, aumentando le già rilevanti perdite russe e togliendo al Cremlino le speranze di un abbandono dell’Ucraina da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
La Visione del Cremlino e la Resistenza Ucraina
Per il Cremlino, la resa dell’Ucraina resta un obiettivo irrinunciabile, mascherato sotto i termini di “denazificazione” e “smilitarizzazione”. Questa visione trova radici anche nella crescente importanza del Patriarcato Ortodosso di Mosca, che vede l’adesione dell’Ucraina ai valori occidentali come un allontanamento dal “Russkij Mir”.
Kyiv, d’altra parte, non può rinunciare alla riconquista dei territori perduti. Recentemente, la Russia ha ottenuto dei vantaggi grazie alla sua superiorità numerica e di armamenti, oltre a miglioramenti tattici e logistici. Il Cremlino ha iniziato a utilizzare la sua superiorità aerea in modo più efficace, impiegando “bombe plananti” contro le fortificazioni ucraine.
Le Difficoltà Logistiche e la Resilienza Ucraina
La Russia ha raddoppiato il bilancio della difesa dal 2022, adeguando la sua economia e industria alle sanzioni e mantenendo il sostegno di circa tre quarti dell’opinione pubblica. Attualmente dispone di circa 470.000 uomini in Ucraina, permettendo la rotazione dei reparti in prima linea. Tuttavia, ha subito notevoli perdite di soldati e mezzi, compensati attingendo agli enormi stock di vecchi mezzi ereditati dall’URSS.
L’Ucraina ha attraversato un periodo di crisi dopo il fallimento della sua controffensiva estiva. Zelensky ha imposto ai suoi generali obiettivi impossibili da raggiungere contro le difese fortificate russe, temendo che una mossa difensiva potesse demoralizzare la popolazione. Tuttavia, quando è stato costretto a dar ragione ai suoi generali e passare alla difensiva, il tempo per costruire robuste fortificazioni era ormai ridotto.
Il Ruolo degli Aiuti Occidentali
I ritardi nell’approvazione degli aiuti statunitensi e l’incapacità europea di mobilitare l’industria bellica hanno causato una gravissima crisi nel rifornimento di munizioni, sia terrestri che contraerei. L’eroismo delle fanterie e la resilienza della popolazione ucraina hanno impedito il crollo della prima linea e del fronte interno, nonostante l’aumento delle perdite e delle distruzioni.
Con l’approvazione degli aiuti militari europei e americani, il morale ucraino si è certamente rafforzato. Tuttavia, gli effetti materiali di questi aiuti non saranno immediati, sia per i tempi di trasporto e distribuzione, sia perché la superiorità materiale russa è ancora troppo elevata.
Le Dichiarazioni di Macron e le Prospettive Future
Le recenti dichiarazioni di Macron sull’invio di truppe europee in Ucraina, qualora il fronte ucraino fosse travolto, appaiono più come un bluff che come una proposta concreta. Nessun altro Paese europeo ha appoggiato la proposta e le forze francesi non dispongono della potenza né della mobilità strategica necessaria per un intervento significativo.
In caso di crollo del fronte, l’Occidente dovrebbe probabilmente orientarsi a sostenere una difesa territoriale ucraina contro l’occupazione russa. Questo tipo di resistenza sarebbe simile a quella organizzata dagli Stati Uniti e dal Regno Unito in Ucraina dopo la conquista russa della Crimea nel 2014.
L’aspetto strategico essenziale per l’efficacia degli aiuti occidentali e per l’aumento delle perdite russe è il tempo necessario per la piena operatività di questi aiuti e la possibilità ucraina di stabilizzare il fronte. Importante è la resistenza ucraina a Chasiv Yar, attorno a cui sono oggi concentrati i combattimenti. Ma ancora più essenziale è l’estensione della mobilitazione a nuove classi di età.
Non vedo perché la coscrizione debba iniziare a 25, anziché a 18 anni. La reticenza a farlo dimostra che Zelensky è meno forte politicamente di quanto voglia sembrare. Tale limite, inoltre, rende difficile che l’Occidente sostenga l’Ucraina senza riserve, malgrado sia persuaso che Putin non si fermerebbe dopo un successo in Ucraina e che l’occupazione degli Stati Baltici richiederebbe una settimana o poco più, cioè meno del tempo necessario alla Nato per intervenire a loro difesa, fatto che certamente il Cremlino ben conosce.