Gli aiuti di guerra bastano all’Ucraina?
L’Ucraina sta attraversando uno dei periodi più critici della sua storia moderna. Con un conflitto che continua a devastare il paese, non solo dal punto di vista militare ma anche sociale, economico e demografico, il futuro appare sempre più incerto. L’età media dei soldati al fronte è in costante aumento, un segnale preoccupante che potrebbe riflettere una carenza di giovani disposti a combattere.
La Polonia e la Lituania si sono dette favorevoli a misure estreme per far rientrare in Ucraina gli uomini in età di leva che hanno cercato rifugio nei loro paesi. Questo potrebbe mettere a rischio gli equilibri politici europei e un patto non scritto con gli ucraini maschi scappati dalla guerra, col rischio di invogliarli a trasferirsi in Russia.
Il ruolo degli aiuti militari occidentali
Un punto cruciale nella resistenza ucraina è rappresentato dagli aiuti militari occidentali. Una parte consistente dei fondi è destinata alla fornitura di sistemi d’arma avanzati come i Patriot e gli Himars, oltre a una possibile spedizione di Atacms, missili a lungo raggio capaci di colpire bersagli distanti 300 chilometri. Questi missili sono già arrivati segretamente in Ucraina questo mese, su direttiva del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Le nuove consegne potrebbero avvenire in tempi rapidi, suggerendo che la logistica per l’invio è già stata messa a punto. Questo sicuramente metterà in difficoltà i piani delle forze russe, soprattutto se stanno contemplando un’offensiva a breve termine. Tuttavia, da qui a rappresentare una chance per l’Ucraina di respingere la Russia verso i confini del 22 febbraio 2022, ce ne passa.
Le reazioni della Russia
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev, come al solito sopra le righe, ha condannato i “61 miliardi di dollari sanguinosi” degli aiuti americani. Ha chiesto una nuova guerra civile americana che porti al “crollo dell’impero del male”. Nel suo talk show televisivo domenicale, il presentatore Vladimir Solovyov ha descritto l’idea di trasferire asset russi in Ucraina come “un atto di terrorismo finanziario”, aggiungendo che ora la guerra tra Russia e la Nato è “inevitabile”.
Ma la verità è che il ritardo dell’Occidente nel fornire aiuti all’Ucraina ha rafforzato il senso di sicurezza del Cremlino. La stanchezza per la guerra è palpabile in Europa e anche tra i Repubblicani statunitensi. I funzionari russi e le tv di Stato, più sobriamente, hanno minimizzato le potenziali conseguenze del pacchetto. “Nessuna sorpresa”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. “Gli aiuti degli Stati Uniti non cambieranno la situazione sul campo di battaglia” è il titolo dell’ultima edizione del quotidiano filogovernativo Izvestia.
La situazione demografica ucraina
L’Ucraina, sfollati per la guerra a parte, ha uno dei tassi di natalità più bassi al mondo sin dal crollo del socialismo. Questo fenomeno sta contribuendo a una crisi demografica che potrebbe avere conseguenze a lungo termine. La popolazione invecchia, e con essa anche l’età media dei soldati al fronte. Questo potrebbe ridurre la capacità dell’Ucraina di mantenere una forza militare efficace nel lungo periodo.
L’età media al fronte è sempre più alta, un segnale preoccupante che potrebbe riflettere una carenza di giovani disposti a combattere. Polonia e Lituania, si sono dette favorevoli a misure estreme per far rientrare in Ucraina gli uomini in età di leva che hanno cercato rifugio nei loro paesi. Questo può mettere a rischio equilibri politici europei e un patto non scritto con gli ucraini maschi scappati dalla guerra, col rischio di invogliarli a trasferirsi in Russia.
La logistica degli aiuti militari
Una delle componenti più rilevanti del supporto occidentale all’Ucraina è la logistica degli aiuti militari. La fornitura di sistemi d’arma avanzati come i Patriot e gli Himars, oltre a una possibile spedizione di Atacms, missili a lungo raggio capaci di colpire bersagli distanti 300 chilometri, è già in atto. Questi missili sono arrivati segretamente in Ucraina questo mese, su direttiva del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Le nuove consegne potrebbero avvenire in tempi rapidi, suggerendo che la logistica per l’invio è già stata messa a punto. Questo sicuramente metterà in difficoltà i piani delle forze russe, soprattutto se stanno contemplando un’offensiva a breve termine. Tuttavia, da qui a rappresentare una chance per l’Ucraina di respingere la Russia verso i confini del 22 febbraio 2022, ce ne passa.
Le implicazioni politiche internazionali
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev, come al solito sopra le righe, ha condannato i “61 miliardi di dollari sanguinosi” degli aiuti americani. Ha chiesto una nuova guerra civile americana che porti al “crollo dell’impero del male”. Nel suo talk show televisivo domenicale, il presentatore Vladimir Solovyov ha descritto l’idea di trasferire asset russi in Ucraina come “un atto di terrorismo finanziario”, aggiungendo che ora la guerra tra Russia e la Nato è “inevitabile”.
Ma la verità è che il ritardo dell’Occidente nel fornire aiuti all’Ucraina ha rafforzato il senso di sicurezza del Cremlino. La stanchezza per la guerra è palpabile in Europa e anche tra i Repubblicani statunitensi. I funzionari russi e le tv di Stato, più sobriamente, hanno minimizzato le potenziali conseguenze del pacchetto. “Nessuna sorpresa”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. “Gli aiuti degli Stati Uniti non cambieranno la situazione sul campo di battaglia” è il titolo dell’ultima edizione del quotidiano filogovernativo Izvestia.