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La Striscia di Gaza tra violenza e speranze di tregua: il ruolo chiave dell’Egitto
Mentre le delegazioni discutono al Cairo una possibile tregua, Gaza continua a essere scenario di violenti attacchi. I bombardamenti hanno colpito diverse aree, tra cui il campo profughi di Nuseirat, descritto da Israele come roccaforte di Hamas. La violenza non risparmia, con morti e feriti estratti dalle macerie. Anche la Cisgiordania è teatro di operazioni che Israele definisce antiterrorismo, con la morte di cinque combattenti palestinesi a Deir al Ghusoun.
Nel frattempo, la comunità internazionale segue con attenzione le discussioni per il cessate il fuoco. Le informazioni rivelano che Hamas sarebbe disposto ad accettare la proposta egiziana, che prevede tre fasi di tregua. La prima vedrebbe il rilascio di 33 ostaggi israeliani, seguito dalla liberazione degli altri ostaggi vivi e infine uno scambio di salme. Tra i punti dell’accordo, anche la possibile liberazione di prigionieri palestinesi, tra cui l’iconico Marwan Barghouti, sebbene con restrizioni sulla sua libertà di movimento.
La posizione di Hamas e Israele: tra dialogo e conflitto
La leadership di Hamas, secondo quanto riportato, ha mostrato apertura alla liberazione dei primi 33 ostaggi senza il ritiro immediato delle truppe israeliane. Questa mossa è stata interpretata come un segnale positivo, sostenuto anche dalle garanzie offerte dagli Stati Uniti su un impegno di Israele a non riprendere gli attacchi. Tuttavia, il cammino verso la pace è ostacolato dalla richiesta di Hamas di una fine definitiva alle ostilità e un cessate il fuoco permanente, posizione che Israele ha finora rifiutato, mantenendo aperta la possibilità di ulteriori operazioni militari.
Nonostante alcune voci ottimistiche, Tel Aviv ha chiarito che invierà una delegazione al Cairo solo in presenza di una risposta concreta e costruttiva da parte di Hamas. La tensione resta alta, con Israele che non esclude azioni militari anche in assenza di un accordo sulla liberazione degli ostaggi. D’altra parte, Hamas insiste su una soluzione che preveda il ritiro delle forze israeliane e un accordo complessivo che includa la ricostruzione e la fine del blocco di Gaza.
Le vittime civili e la questione dei giornalisti
L’offensiva di Israele, scatenata in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, ha provocato migliaia di vittime palestinesi. Tra queste, anche oltre 100 giornalisti ed operatori dell’informazione, alimentando il dibattito sulla sicurezza dei media in zone di conflitto. Israele nega di prendere di mira i giornalisti, ma li accusa spesso di collusione con gruppi terroristici. La morte di Hamza Dahdouh e Mustafa Thuraya, colpiti da un drone israeliano, solleva interrogativi sulla legittimità di tali attacchi e sul rispetto della libertà di stampa.
La situazione a Gaza rimane quindi estremamente complessa, con la violenza che continua a mietere vittime e la comunità internazionale che cerca di mediare per una soluzione pacifica. L’evoluzione dei negoziati al Cairo sarà determinante per il futuro della regione, con la speranza che si possa arrivare a una tregua duratura che ponga fine alle sofferenze dei civili.