La Russia di Putin: una minaccia esistenziale secondo l’UE
Le tensioni internazionali intorno alla Russia e alla sua azione militare in Ucraina continuano a dominare il discorso politico europeo. In un recente intervento presso l’Università di Oxford, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha espresso una valutazione severa delle ambizioni di Vladimir Putin, descrivendo la Russia come una minaccia esistenziale per l’Europa e oltre. ‘Se Putin avrà successo in Ucraina, non si fermerà qui’, ha avvertito, sottolineando il pericolo che rappresenta l’espansionismo russo.
Questa posizione si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione tra i leader europei e mondiali. Emmanuel Macron, presidente della Francia, ha rinnovato la possibilità di un intervento militare diretto in Ucraina, rispecchiando l’urgente necessità di contrastare l’avanzata russa. La solidarietà europea verso l’Ucraina si manifesta anche nel timore condiviso che una vittoria russa possa avere ripercussioni globali, come sottolineato dal primo ministro giapponese Fumio Kishida.
Disaccordi interni e ritardi nell’assistenza a Kiev
Nonostante l’evidente allarme, l’Unione Europea si trova di fronte a ostacoli interni significativi. Borrell ha lamentato la presenza di divisioni all’interno dell’UE, dove il consenso unanime è spesso minacciato da singoli stati membri, come nel caso di Viktor Orban, il cui governo ha rallentato l’approvazione dell’ultimo pacchetto di aiuti all’Ucraina. Anche negli Stati Uniti, la polarizzazione politica ha ostacolato la tempestività del supporto militare, evidenziando le sfide nel coordinamento dell’assistenza internazionale.
L’approccio europeo di cooperazione e interdipendenza economica, sebbene abbia garantito successi interni, si è rivelato inefficace contro le ambizioni autoritarie di Mosca. ‘L’interdipendenza non ha portato la pace ma si è trasformata in dipendenza’, ha dichiarato Borrell, evidenziando come questa sia stata sfruttata dalla Russia per esercitare pressioni politiche ed economiche sull’Europa, soprattutto attraverso i combustibili fossili.
Un’instabilità globale crescente
La situazione geopolitica attuale vede l’Europa circondata da un ‘anello di fuoco’, un arco di instabilità che si estende dal Sahel al Medio Oriente fino all’Ucraina. Queste aree di tensione non solo rappresentano sfide dirette alla sicurezza europea ma incidono significativamente sull’economia globale, con punti di strozzatura cruciali per il commercio, l’energia e le risorse alimentari situati in zone ad alto rischio.
La rilevanza della geografia nella politica internazionale si conferma in questo contesto, contrariamente alle teorie che prevedevano un suo superamento nell’era della globalizzazione. ‘La maggior parte dei conflitti nel nostro vicinato sono territoriali’, ha sottolineato Borrell, facendo riferimento a dispute prolungate come quella in Palestina e la situazione in Ucraina, dove si scontrano visioni del mondo e interessi nazionali.
La risposta europea e internazionale
Di fronte a questa complessa scacchiera geopolitica, l’Unione Europea è chiamata a rafforzare la propria unità interna e la capacità di azione esterna. La minaccia rappresentata dalla Russia esige una risposta coordinata e decisa, che vada oltre la mera assistenza militare. Si impone, quindi, un ripensamento delle strategie di sicurezza e di difesa comune, così come delle politiche energetiche e delle relazioni internazionali, per ridurre le vulnerabilità europee e riaffermare i valori di libertà e democrazia.
La solidarietà internazionale, come mostrato dalle dichiarazioni di Macron e Kishida, svolge un ruolo cruciale in questo contesto. Tuttavia, l’efficacia di tale solidarietà dipenderà dalla capacità dei leader mondiali di superare divergenze interne e di agire in modo unitario contro le minacce alla pace e alla stabilità internazionale. La sfida che la Russia di Putin pone all’ordine mondiale richiede un impegno collettivo, in cui l’Europa, insieme ai suoi alleati, deve giocare un ruolo di primo piano.