Donald Trump al banco degli imputati: inizio processo a New York
Il processo a carico di Donald Trump ha preso il via oggi a New York, segnando un momento storico per gli Stati Uniti d’America. L’ex presidente deve rispondere a ben 34 capi di imputazione legati alla falsificazione di dichiarazioni finanziarie, con l’obiettivo di nascondere un pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels. Questo pagamento, effettuato poco prima delle elezioni presidenziali del 2016, aveva lo scopo di mantenere il silenzio sulla relazione tra Daniels e Trump.
Dopo aver fallito tre tentativi di posticipare il procedimento nell’arco di una settimana, Trump si trova ad affrontare un contesto giudiziario senza precedenti. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un ex presidente si trova infatti al banco degli imputati in un processo penale. La selezione della giuria, che inizia oggi, darà il via a un procedimento che si preannuncia lungo sei settimane, con udienze programmate per tutti i giorni feriali ad eccezione del mercoledì.
Un processo sotto i riflettori, ma senza telecamere
Nonostante l’assenza di telecamere in aula, l’evento sta catalizzando un’enorme attenzione mediatica, grazie anche alle figure coinvolte. Tra i testimoni attesi vi sono la stessa Stormy Daniels e forse Karen McDougal, modella di Playboy che sostiene di essere stata pagata per non divulgare la sua relazione con Trump. L’ex presidente ha annunciato la sua intenzione di testimoniare, dichiarando: ‘Testimonierò, dirò la verità. Tutto quello che posso fare è dire la verità e la verità è che un caso che non esiste’.
Trump non perde occasione di utilizzare questo processo come strumento di campagna elettorale, attaccando apertamente quella che definisce una persecuzione giudiziaria con motivazioni politiche, orchestrata dal suo avversario alle prossime elezioni, Joe Biden. Questa strategia potrebbe rivelarsi vincente con il nucleo duro dei suoi sostenitori, ma resta da vedere l’effetto sugli elettori repubblicani di orientamento più moderato.
Gli avvocati di Trump cercano vie d’uscita
I legali dell’ex presidente hanno tentato in tutti i modi di ottenere l’archiviazione o il rinvio del processo, senza successo. La corte d’appello di New York deve ancora esprimersi su alcune questioni sollevate dalla difesa, ma intanto il giudice Juan Merchan ha ricevuto il via libera per procedere con la selezione della giuria. Barry Kamins, ex giudice della Corte Suprema di New York, ha commentato la situazione affermando che l’unica possibile interruzione del processo potrebbe derivare da questioni di salute dell’imputato, una prospettiva delicata vista l’età di Trump e la sua candidatura alla presidenza.
Michael Cohen, ex avvocato di Trump condannato nel 2018 per il caso Daniels e per aver mentito al Congresso, sarà uno dei testimoni chiave. La difesa cercherà di screditarlo, puntando sul suo passato di ‘bugiardo dichiarato’.
Potenziati rischi e conseguenze per Trump
In caso di condanna per tutti i capi di imputazione, Trump rischia una pena detentiva significativa, anche se molti esperti legali consultati da Usa Today escludono un esito così drammatico. Più probabilmente, l’ex presidente potrebbe ricevere la condizionale, rimanendo libero di continuare la sua campagna elettorale in attesa dell’appello. Tuttavia, la decisione finale sulla pena spetterà al giudice Merchan, che negli ultimi mesi è stato ripetutamente attaccato da Trump.
La situazione si complica ulteriormente dopo gli attacchi diretti di Trump alla figlia del giudice, Loren Merchan, consulente politica democratica, definita in un post ‘una rabbiosa odiatrice di Trump’. Questo ha portato il giudice a rafforzare il gag order, vietando esplicitamente all’imputato di attaccare i familiari delle persone coinvolte nel processo.