In una manovra senza precedenti dalla scorsa notte, droni lanciati dall’Ucraina hanno colpito obiettivi situati a quasi 1.300 chilometri oltre il confine, nel cuore della Russia, segnando uno degli attacchi più audaci dall’inizio del conflitto. Tra gli obiettivi, una delle più grandi raffinerie di petrolio del paese, situata in Tatarstan, una regione a sudovest di Mosca nota per la sua importanza industriale. L’attacco ha inoltre mirato a un sito di assemblaggio per i droni Shahed, forniti a Mosca dall’Iran, provocando feriti tra gli studenti impiegati nella produzione.
Conferme e reazioni
Le autorità russe, tra cui il governatore della regione di Tatarstan, Rustam Minnikhanov, hanno confermato gli attacchi a Yelabuga e Nizhnekamsk, evidenziando come un ulteriore attacco alla raffineria Taneco sia stato sventato. Nonostante un incendio sia divampato all’interno della fabbrica, le fiamme sono state rapidamente domate, mitigando i danni alle infrastrutture e alla produzione.
Le fonti ucraine attribuiscono questi attacchi all’unità di intelligence dell’esercito di Kiev, una mossa che ha suscitato reazioni a vari livelli internazionali. Da un lato, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato l’impegno russo nel minimizzare i danni, mentre dall’altro, il capo del comitato della Difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ha minacciato ritorsioni dirette verso Kiev. Nel contesto internazionale, il segretario di Stato USA, Antony Blinken, durante un incontro a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron, ha precisato che gli Stati Uniti “non supportano né favoriscono attacchi ucraini al di fuori del proprio territorio”.
Contesto bellico e risposte internazionali
Parallelamente, la Russia ha continuato i suoi bombardamenti, mirando alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina, in particolare nelle regioni di Dnipro e Kirovohrad. Questi attacchi hanno causato incendi e danni significativi, evidenziando la continua escalation del conflitto.
Sul fronte diplomatico e legale, è stato lanciato all’Aia il Registro dei danni per l’Ucraina, un’iniziativa volta a documentare e richiedere risarcimenti per le distruzioni causate dall’invasione russa. Questo passo rappresenta un importante sviluppo verso la creazione di un meccanismo di compensazione internazionale, con un focus iniziale sui danni ai domicili, un’area in cui si prevedono tra le 300.000 e le 600.000 richieste.
Provocazioni e sicurezza regionale
L’intercettazione in Russia, nella città di Pskov, di icone sacre ortodosse contenenti esplosivi e inviate presumibilmente dall’Ucraina, aggiunge un altro livello di tensione al conflitto, segnalando nuove forme di provocazione e sfida alla sicurezza regionale.
Nel frattempo, a Parigi, oltre agli incontri bilaterali con figure chiave della politica europea, Blinken ha enfatizzato l’impegno degli alleati nel sostenere l’Ucraina, sollecitando ulteriormente il supporto USA e l’adeguamento delle politiche di difesa di Kiev. Questi sviluppi sottolineano la complessità e la multidimensionalità del conflitto in corso, che coinvolge non solo gli attori direttamente interessati ma anche la comunità internazionale nel suo complesso.
In questo scenario di crescente tensione e di attacchi che raggiungono profondità inaspettate all’interno del territorio russo, emerge chiaramente la volontà di Kiev di dimostrare la sua capacità di reagire e di influenzare il corso del conflitto, nonostante la disparità di forze in campo. La reazione della comunità internazionale, con un occhio di riguardo per le mosse diplomatiche e le dichiarazioni ufficiali, sarà determinante nel plasmare le fasi successive di questo confronto che continua a tenere il mondo in sospeso.