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Gaza: Arrivo del Primo Carico di Aiuti Umanitari Via Mare
La nave Open Arms ha raggiunto Gaza portando con sé 200 tonnellate di aiuti umanitari via mare. Questo gesto di solidarietà è stato possibile grazie all’iniziativa dell’Ong World Central Kitchen, che ha fornito alimenti essenziali come riso, farina, legumi, verdure in scatola e proteine. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, l’organizzazione ha dovuto mettere a punto una soluzione innovativa per permettere alla chiatta carica di aiuti di attraccare nella Striscia, priva di adeguate infrastrutture portuali.
Difficoltà e Soluzioni per la Consegna degli Aiuti
Nonostante l’arrivo del carico, permane l’incertezza riguardo alla distribuzione dei generi alimentari alla popolazione civile, considerata la situazione di conflitto costante che ostacola l’accesso ai bisognosi. Attualmente, si sta lavorando alla preparazione di una seconda nave che seguirà le orme della Open Arms partendo dall’isola di Cipro. Inoltre, si sta valutando la possibilità di aprire un ulteriore corridoio umanitario con base a Malta. Queste decisioni sono state dettate dalla necessità di superare le restrizioni imposte da Israele sull’ingresso dei convogli terrestri provenienti dal proprio territorio e dall’Egitto.
Nei prossimi due mesi, è previsto che la Seventh Transportation Brigade americana rimanga dispiegata nella Striscia per la costruzione di un porto galleggiante. Questa struttura servirà da punto di arrivo per i successivi carichi umanitari provenienti da Cipro. Tuttavia, il piano ha destato preoccupazioni per le sfide logistiche che comporta, unitamente ai rischi legati alla sicurezza e alle condizioni meteorologiche avverse. La costa di Gaza, infatti, non dispone di ripari naturali come baie o golfi che possano proteggere la struttura portuale.
Emergenza Nutrizionale nella Striscia di Gaza
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è estremamente critica, come evidenziato dai dati forniti dall’Unicef. Screening nutrizionali condotti nel nord dell’enclave hanno rivelato che il 4.5% dei bambini nei rifugi e nei centri sanitari soffre di malnutrizione acuta grave. Questo quadro drammatico si ripercuote in modo pesante anche nelle altre zone della regione. A Khan Younis, ad esempio, il 28% dei bambini sotto i due anni è affetto da malnutrizione acuta, mentre a Rafah la percentuale arriva al 10%.
La comunità internazionale si è attivata sin dall’inizio del conflitto per affrontare questa crisi umanitaria, tuttavia si è scontrata con diverse difficoltà. Israele ha mostrato resistenza nel consentire l’ingresso di consistenti quantità di aiuti nel territorio controllato da Hamas, temendo che i sostenitori dei gruppi terroristici potessero abusare della situazione per introdurre aiuti a fini militari. Inoltre, i miliziani islamici hanno più volte sequestrato i carichi di aiuti per mantenere il loro controllo sulla popolazione, complicando ulteriormente gli sforzi di soccorso.