Elezioni Russia 2024: Il Dominio Incontestato di Putin e la Scarsa Variazione nel Panorama Politico
Le elezioni presidenziali in Russia del 2024 stanno per avere luogo dal 15 al 17 marzo, e sebbene l’esito sia considerato scontato, non mancano elementi di interesse internazionale. Queste elezioni si inseriscono in un momento cruciale, coincidendo con la guerra in corso contro l’Ucraina e il clima repressivo interno seguito alla morte di Alexei Navalny, principale oppositore di Putin, in carcere.
Partecipazione e Nuove Modalità di Voto
La partecipazione alle elezioni è aperta a tutti i cittadini russi di età superiore ai 18 anni, con un totale di 112,3 milioni di aventi diritto al voto, inclusi i residenti delle regioni ucraine occupate. Inoltre, si prevede che circa 1,9 milioni di elettori all’estero possano esprimere la propria preferenza, con la possibilità di votare anche in Italia. Un’innovazione per questo scrutinio è l’uso del voto elettronico in diverse regioni, compresa la Crimea, sollevando preoccupazioni tra gli osservatori indipendenti riguardo a possibili brogli e manipolazioni.
Il Panorama dei Candidati e le Prospettive di Putin
Il presidente russo Vladimir Putin si candida per un nuovo mandato che, se vittorioso, gli consentirebbe di rimanere al potere fino al 2030. Accanto a Putin, altri tre candidati sono in lizza per la presidenza: il conservatore nazionalista Leonid Slutsky, il rappresentante del Partito Comunista Nikolai Kharitonov e il giovane uomo d’affari Vladislav Davankov. Nonostante la presenza di questi sfidanti, gli analisti ritengono che le loro possibilità di successo siano pressoché nulle, servendo principalmente a dare un’apparenza di pluralismo al processo elettorale.
La vittoria di Putin appare quasi certa, considerata l’assenza di alternative significative al regime attuale. Le elezioni si svolgono in un contesto di censura e repressione delle opposizioni, con la libera informazione praticamente inesistente. Gli osservatori internazionali sono in attesa dell’iniziativa denominata “Mezzogiorno contro Putin”, promossa da Maksim Reznik e sostenuta da Alexei Navalny prima della sua morte. L’invito alla protesta pacifica e simbolica alle urne rappresenta un gesto di opposizione visibile contro il regime in atto.