![L'Europa di fronte alla minaccia di Donald Trump: un incubo che si fa sempre più reale 1 20240307 134543](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240307-134543.webp)
Una minaccia chiamata Donald Trump
Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi, solleva un interrogativo che desta preoccupazione tra gli europei: “davvero l’Europa è condannata a lasciare che il suo destino sia deciso ogni quattro anni dagli elettori statunitensi?” Questa domanda diventa sempre più rilevante con l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti, che vedranno di nuovo contrapposti Joe Biden e Donald Trump.
L’atmosfera in Europa è tesa, caratterizzata da una crescente inquietudine di fronte alla prospettiva di una vittoria del candidato repubblicano. La recente dichiarazione di Trump, minacciosa e provocatoria, in cui ha accennato alla possibilità di abbandonare alla Russia i paesi NATO che non contribuiscono finanziariamente all’alleanza, ha fatto da sveglia per molti. La sconfitta di Nikki Haley, che ha strenuamente sfidato l’ex presidente e ora si è ritirata dalla contesa, ha ulteriormente consolidato la posizione di Trump, che attualmente guida sia nei sondaggi nazionali che in quelli relativi agli stati indecisi.
Il ritorno dell’incubo Trump
Questa possibile vittoria di Donald Trump alle elezioni americane del prossimo 5 novembre rappresenterebbe per molti europei un vero e proprio incubo. Dopo un periodo in cui si è assistito a un certo ottimismo o disinteresse, ora la prospettiva di una presidenza repubblicana si fa sempre più reale e inquietante. Le politiche e le posizioni adottate da Trump durante il suo mandato precedente continuano a sollevare preoccupazioni e critiche in molte parti del mondo.
L’idea che l’Europa possa trovarsi a subire le conseguenze delle decisioni prese a Washington senza poter influenzarle direttamente è motivo di crescente allarme. La retorica aggressiva e unilaterale di Trump nei confronti di alleanze consolidate come la NATO ha generato un clima di incertezza e paura, alimentando la sensazione che un’eventuale rielezione possa portare a una maggiore instabilità internazionale e a una riduzione della cooperazione transatlantica.