Fronte caldo tra Israele e Libano
Osama Hamdan, leader di Hamas in Libano, ha invitato i palestinesi a trasformare ogni momento del Ramadan in uno scontro, mentre il gruppo islamista ha dichiarato l’assenza di progressi reali nei negoziati per la liberazione degli ostaggi. La situazione è complicata dal fatto che non si sa ancora chi sia vivo tra gli ostaggi, dispersi in diverse zone e gruppi. Hamas ha chiesto un cessate il fuoco per poter raccogliere informazioni cruciali.
I colloqui per la liberazione dei rapiti sono ripresi al Cairo, con Hamas che ha specificato i criteri per la liberazione dei detenuti palestinesi, ma Israele non ha ancora inviato una delegazione. Nonostante l’ottimismo dei mediatori egiziani, che parlano di progressi significativi, Hamas continua a spingere per un cessate il fuoco permanente, una richiesta irricevibile per Israele. Sul fronte libanese, Hezbollah ha compiuto un attacco missilistico uccidendo un lavoratore straniero e ferendone sette nel nord di Israele, alimentando ancora di più la tensione tra le due fazioni.
Prospettive incerte per il rilascio degli ostaggi
La speranza di una tregua e del rilascio degli ostaggi entro il Ramadan sembra lontana. Un funzionario anonimo di Hamas ha espresso dubbi sul raggiungimento di un accordo entro il primo fine settimana del mese sacro, sostenendo che il leader di Gaza, Yahya Sinwar, potrebbe non essere in contatto con il gruppo da almeno una settimana. Inoltre, Sinwar avrebbe consigliato di non affrettare le trattative, prevedendo una possibile escalation di violenza in Cisgiordania e tra gli arabi israeliani in risposta a un’operazione israeliana a Rafah durante il Ramadan.
La situazione resta tesa: in Striscia di Gaza si contano oltre 30mila morti, con un raid che ha ucciso 12 persone in un campo profughi a Nuseirat. Anche in Cisgiordania si registrano episodi di violenza, come la morte di un ragazzo di 16 anni durante un’operazione israeliana a Ramallah e di un bambino di 10 anni a Nablus, dove le autorità hanno sventato un presunto attentato dello Stato islamico. La politica israeliana si infiamma ulteriormente con il viaggio negli Stati Uniti di Benny Gantz e le dichiarazioni di Ben Gvir sull’intensificazione della guerra contro Hamas, mentre l’esercito smentisce voci sulle dimissioni di membri chiave dell’Idf.