Assange, Negri e l’obbligo morale e professionale
Julian Assange, il controverso fondatore di Wikileaks, continua a dividere l’opinione pubblica e a essere al centro di accese discussioni. Alberto Negri, editorialista del Manifesto, solleva una questione fondamentale riguardo alla vicenda di Assange: ‘Abbiamo un obbligo morale e professionale verso di lui’. Negri, con la sua lunga esperienza come inviato di guerra, sottolinea l’importanza delle informazioni divulgate da Wikileaks nel corso degli anni, informazioni che hanno contribuito a illuminare la situazione in contesti complessi come Afghanistan e Iraq.
Accuse e accanimento degli Stati Uniti
Il cuore della questione ruota attorno all’accanimento degli Stati Uniti nei confronti di Julian Assange. Negri richiama alla memoria precedenti storici, come le vicende legate alla pubblicazione di notizie riservate da parte di importanti giornali americani nelle decadi passate. Questi giornalisti non sono mai stati condannati per spionaggio poiché si è sempre fatto riferimento alla sacrosanta libertà di stampa. Tuttavia, nel caso di Assange, la situazione appare differente e preoccupante. Assange rischia una condanna fino a 175 anni di carcere se dovesse essere estradato negli Stati Uniti. Negri denuncia questo accanimento come un sintomo di come una democrazia possa concentrare le proprie forze su un singolo individuo. L’editorialista va oltre, analizzando le motivazioni di tale accanimento: ‘Perché c’è sempre bisogno del capro espiatorio‘. Negri collega l’attacco ad Assange alla necessità di trovare un responsabile per i fallimenti politici di una superpotenza, sottolineando come la politica americana abbia vissuto momenti critici e controversi, come la guerra in Iraq del 2003 basata su informazioni poi rivelatesi fuorvianti.