Africa: L’escalation nel Congo orientale
Combattimenti tra le forze governative e i “ribelli” del gruppo M23 si sono intensificati nella Repubblica Democratica del Congo, specificamente nella regione orientale del Paese. Le fonti riportano scontri accesi vicino a Sake, a breve distanza da Goma, la capitale della provincia del Nord Kivu. Nonostante il caos, una fonte della sicurezza afferma il controllo temporaneo della città da parte delle forze governative, mentre i combattimenti proseguono.
La situazione a Sake
Il sindaco Maombi Mubiri ha dichiarato che la popolazione locale è in fuga, con i ribelli che occupano la parte meridionale di Sake e le milizie filogovernative presenti nel settore settentrionale. L’esodo di migliaia di cittadini ha portato alla ricerca di rifugio nella foresta, un triste scenario comune in una regione martoriata da decenni di conflitti.
Colpi e feriti si registrano a Sake, con una fonte medica che conferma tre feriti curati a Goma e trasferiti per le cure necessarie. Nonostante le tensioni, la città non è ancora caduta nelle mani dei ribelli, conferma la fonte che ha richiesto l’anonimato. Il ministro della Difesa congolese, Jean-Pierre Bemba, presente a Goma per la seconda volta in pochi giorni, assicura la protezione delle popolazioni locali e l’intento del governo di riconquistare i territori perduti. La presenza di milizie e gruppi jihadisti nei dintorni del lago Kivu alimenta il timore di una situazione in deterioramento.
Le tensioni politiche
La situazione nel Congo orientale rappresenta una sfida per il governo di Félix Tshisekedi, già alle prese con scandali interni. La storia di conflitti nella regione risale agli anni Ottanta, precedendo le guerre che portarono Laurent Kabila al potere negli anni successivi. Il controllo delle ricche risorse del territorio ha scatenato scontri tra varie fazioni, coinvolgendo interessi internazionali e nuovi attori come russi e cinesi, che hanno contribuito a mantenere viva la spirale di violenza e instabilità.