Una specie migratoria su cinque a rischio estinzione
Una nuova allerta è stata lanciata dalle Nazioni Unite, evidenziando che una specie migratoria su cinque è a rischio di estinzione. Questo dato preoccupante emerge da un recente rapporto che mette in luce la situazione critica in cui versano molte popolazioni animali, con particolare enfasi sulle specie ittiche. In base ai dati forniti, ben il 97% dei pesci è in pericolo di scomparire, con esempi lampanti come le razze e gli storioni il cui numero si è ridotto del 90% in soli cinquant’anni.
Viaggi incredibili e minacce
In molti casi, questi animali migratori sono protagonisti di viaggi straordinari che li portano a compiere imprese stupefacenti. Un esempio emblematico è la Pittima minore, un uccello capace di volare per 13mila chilometri senza interruzioni, spostandosi dall’Alaska alla Tasmania. Allo stesso modo, le anguille nascono nel Mar dei Sargassi, nell’Atlantico, per poi migrare verso i fiumi di tutto il mondo, per infine fare ritorno al punto di partenza per deporre le uova.
Il rapporto delle Nazioni Unite sottolinea come le principali minacce che incombono su queste specie migratorie siano rappresentate dalle attività umane, come la caccia e la pesca eccessive. Il 70% degli animali migratori è vittima di sfruttamento eccessivo da parte dell’uomo. Ad esempio, le anguille sono oggetto di una caccia troppo intensa che mette a repentaglio la loro sopravvivenza. Inoltre, il documento evidenzia che la perdita degli habitat, che ha colpito fino al 75% delle specie, è un altro grave problema. Questo fenomeno include la costruzione di infrastrutture come strade, dighe, deforestazioni e impianti energetici, comprese le turbine eoliche.
Proposte e azioni per la conservazione
Il report delle Nazioni Unite non si limita a evidenziare i problemi, ma propone anche una serie di azioni concrete per cercare di invertire la tendenza negativa. Contro la perdita degli habitat, si sottolinea l’importanza di identificare e proteggere le aree critiche per le specie migratorie, oltre a mitigare l’impatto delle infrastrutture umane sulle rotte migratorie in cielo, in mare e via terra.
Per contrastare il sovrasfruttamento degli animali migratori, l’Onu raccomanda un aumento del monitoraggio sulle attività illegali, sull’overfishing e sulle catture non intenzionali. Inoltre, si auspica una revisione delle pratiche di pesca, con un’attenzione particolare all’utilizzo e all’abbandono delle attrezzature da pesca, al fine di garantire la sostenibilità delle risorse marine e la conservazione di queste preziose specie animali.