![Battaglia per il consenso nella direttiva Ue sulla violenza di genere 1 20240205 151412](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240205-151412.webp)
Battaglia per il consenso nella direttiva Ue sulla violenza di genere
Due anni dopo la proposta approvata dal parlamento europeo, la direttiva sulla violenza di genere è al centro di una battaglia. Il Consiglio dell’Unione europea, guidato attualmente dalla presidenza belga, sta cercando di ridimensionare i punti chiave legati al concetto del consenso. Questo potrebbe significare un passo indietro nei diritti delle donne, con potenziali impatti significativi. Le donne italiane stanno reagendo, chiedendo alla presidente Meloni di respingere le modifiche proposte dalla presidenza belga.
Controversia sulla definizione di stupro e consenso
La direttiva europea sulla violenza di genere deve passare attraverso una serie di iter procedurale. Dopo l’approvazione iniziale da parte del parlamento, il testo è ora oggetto di negoziati tra i diversi organi dell’Unione europea. La questione principale riguarda la definizione del reato di stupro e il concetto del consenso, con alcuni Stati membri che sollevano obiezioni sul ruolo dell’Unione europea in questo ambito.
Il punto centrale di disaccordo riguarda l’articolo 5 della direttiva, il quale pone l’accento sul consenso come elemento fondamentale nelle interazioni sessuali. Mentre alcuni Stati membri sovranisti si oppongono al testo, anche paesi come Francia e Germania mostrano resistenze. La proposta si ispira al modello spagnolo del ‘solo sì è sì’, che mette al centro il consenso della donna nell’atto sessuale. Tuttavia, molti paesi preferiscono basarsi sulla presenza di violenza, minaccia o costrizione per definire il reato di stupro.
Reazione delle donne e delle organizzazioni
La possibile eliminazione dell’articolo 5 ha scatenato una forte reazione nel movimento femminista italiano. Sindacati e associazioni hanno espresso preoccupazione e richiesto un intervento deciso da parte del governo. Secondo Giorgia Fattinnanzi della Cgil, cancellare il concetto di consenso sposta l’attenzione dalla vittima all’aggressore, introducendo il tema della corresponsabilità.
Gruppi come l’Intergruppo della Camera per le donne e Differenza Donna hanno inviato appelli alla presidente Meloni affinché difenda il concetto di consenso nella direttiva. Elisa Ercoli, presidente dell’associazione, sottolinea l’importanza di non mitigare gli obiettivi della Convenzione di Istanbul e di considerare la violenza contro le donne come una questione politica e pubblica. L’annuncio di una petizione europea evidenzia la determinazione a mantenere alta l’attenzione su questo tema cruciale.