Mar Rosso: Una Minaccia per i Traffici Energetici Europei
Il Mar Rosso si è trasformato in un teatro di tensioni che minacciano la stabilità dei prezzi del diesel e delle forniture energetiche in Europa. L’attacco delle milizie sciite yemenite Houthi, sostenute dall’Iran, alle navi che attraversano questa rotta marittima mette a rischio non solo il trasporto di gas e petrolio, ma anche di merci fondamentali come ceramica, vetro e carta. Secondo Francesco Sassi, ricercatore di Ricerche Industriali ed Energetiche, ‘tutti i Paesi europei, in particolare quelli mediterranei, potrebbero risentire delle conseguenze legate a questi problemi legati al transito nel Mar Rosso’.
Sassi sottolinea che nonostante sia eccessivo parlare di una crisi energetica in Europa dovuta agli eventi nel Mar Rosso, la crisi innescata dalla pandemia di Covid e accentuata dal taglio delle forniture russe di gas è ancora in corso. L’Italia potrebbe subire impatti modesti al momento, con qualche difficoltà nel sostituire i volumi di gas provenienti dal Qatar, ma molto dipenderà dalla durata delle interruzioni dei traffici imposte dai ribelli Houthi, con potenziali gravi conseguenze per settori come ceramica, vetro, carta, fonderie e trasporti.
Pressione sui Prezzi: Diesel in Aumento e Catena di Rincari in Vista
Prima dell’escalation militare, il Canale di Suez vedeva il passaggio di circa 70 navi al giorno, un numero ora drasticamente ridotto. Evitare questo tratto comporta rotte più lunghe e costose, con un impatto diretto sui prezzi. La pressione sui prezzi è già evidente con un aumento del valore del diesel, carburante cruciale per camion, treni, macchine agricole, industrie e centrali elettriche. Francesco Sassi evidenzia che se le interruzioni dei traffici nel Mar Rosso dovessero protrarsi, settori come ceramica, vetro, carta, fonderie e trasporti saranno tra i più colpiti.
Le conseguenze si faranno sentire soprattutto in settori chiave dell’economia italiana, come la moda, con un terzo delle importazioni che passano dal Mar Rosso, e l’agroalimentare, che esporta merci per miliardi di euro attraverso il Canale di Suez. Le difficoltà a garantire un flusso regolare di merci potrebbero avere un impatto significativo sull’industria nazionale, già provata dagli eventi che si sono susseguiti dal 2022 in poi, sottolinea Sassi. La situazione attuale richiede attenzione e strategie per fronteggiare le potenziali ripercussioni sul sistema economico europeo.