Indagini serrate dopo l’assalto armato in Sardegna
Un’immagine che si imprime retinicamente: un rapinatore in divisa mimetica, con un passamontagna e un’andatura zoppicante che, insieme al suo complice, blocca un furgone sulla statale 131 brandendo un kalashnikov. Questa la scena catturata da un video, divenuto virale, che ha immortalato parte dell’assalto eseguito nella mattinata di mercoledì. Il filmato, ora nelle mani degli inquirenti, potrebbe rivelarsi una prova cruciale, rivelando un dettaglio non trascurabile: uno dei malviventi potrebbe essere stato ferito durante l’azione. “Potrebbe aver bisogno di cure”, sottolineano le fonti investigative, e il suo incedere claudicante si trasforma in un potenziale segno distintivo per facilitarne l’identificazione.
Un bottino milionario e una caccia incessante
La rapina ha fruttato ai malviventi un bottino stimato in almeno quattro milioni di euro. Le ore seguenti il colpo si configurano come decisive per le sorti delle indagini. Si scava in ogni dettaglio, ogni informazione che possa fungere da chiave di volta per l’intera vicenda. Le perquisizioni sono iniziate nella notte successiva all’episodio, coinvolgendo abitazioni e aziende, con particolare attenzione alle zone del Nuorese e dell’Ogliastra. Queste aree, già note agli investigatori per precedenti episodi simili, potrebbero aver fornito nuovi indizi.
Un’inchiesta in fase di “esplorazione”
Il lavoro della squadra mobile di Sassari, guidata dal dirigente Michele Mecca, e quello delle squadre mobili di altre province, è solo agli albori, in una fase definita dagli stessi investigatori come di “esplorazione”. La strategia adottata è quella delle perquisizioni a tappeto, senza tralasciare le convocazioni di diverse persone sospettate di essere coinvolte. Alcuni di questi potrebbero avere avuto un ruolo nell’assalto del 30 novembre 2022, avvenuto nella medesima statale 131 ma all’altezza di Giave. Le modalità operative dei due assalti, quasi identiche, e la scelta dello stesso obiettivo – la società Vigilpol – suggeriscono un possibile legame tra i due eventi criminali.
La ricerca di indizi sul terreno
Non si trascura nessun fronte. Le forze dell’ordine esaminano con attenzione anche le campagne e le stradine al confine tra le province di Sassari e Nuoro. Si cerca di rintracciare altri veicoli che i rapinatori, un commando di oltre dieci persone, potrebbero aver utilizzato per la fuga e successivamente abbandonato. Gli investigatori analizzano anche eventuali denunce per il furto di mezzi, come l’autocompattatore della raccolta differenziata della società Pianeta Ambiente, scomparso e potenzialmente utilizzato dai malviventi.
Il cielo e la terra: la ricerca si intensifica
Anche i cieli della Sardegna sono stati solcati dagli elicotteri nella speranza di individuare movimenti sospetti. La zona di Siligo, teatro dell’assalto, è stata selezionata dai rapinatori con cura: vi sono molteplici vie di fuga e la configurazione del territorio garantisce possibilità di manovra. Tutto ciò testimonia la pianificazione meticolosa della rapina e la conoscenza approfondita del territorio, che ha permesso al commando di eludere le forze dell’ordine.
La statale 131 si conferma teatro di azioni criminali di elevata pericolosità, e le autorità agiscono con determinazione per chiudere il cerchio attorno ai responsabili. La speranza è che la combinazione di tecnologia, indagini di campo e l’ausilio di elementi come il video possano condurre rapidamente all’arresto dei colpevoli e alla restituzione della sicurezza percepita dai cittadini.
La ricerca di giustizia procede senza sosta, e mentre le indagini si fanno più intense, la comunità attende fiduciosa che i responsabili vengano portati davanti alla legge, ristabilendo un clima di legalità e fiducia nelle istituzioni.
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