Il Generale Vannacci e la Politica del Conformismo: Un Confronto con Berlusconi
Quell’«ignoriamolo» che campeggia sul faccione del generale, detto generale, sui manifesti del Pd, e che il detto generale medesimo ha riutilizzato stampandolo su una t-shirt, perché non ci può essere migliore propaganda per lui di un invito a ignorarlo. Dall’altro lato, invece, c’è quel «censuriamolo» cui la sinistra antagonista si è ispirata a Napoli quando ha tentato di non farlo parlare allorché è stato ospite del comitato «Il mondo al contrario». Silvio Berlusconi sarebbe d’accordo con il generale Vannacci? La domanda sorge spontanea, considerando le profonde differenze tra la visione del mondo del Cavaliere e quella del Generale. Nonostante i pareri espliciti di altri leader storici del centrodestra come Umberto Bossi e Gianfranco Fini, che hanno già espresso la loro contrarietà, il pensiero di Berlusconi rimane un enigma affascinante.
La Libertà secondo Berlusconi
Per capire l’opinione di Berlusconi, basta guardare al nome stesso della sua alleanza politica, il Polo delle Libertà. Libertà era infatti la parola chiave della polemica di Berlusconi contro la sinistra, accusata invece di dirigismo, statalismo, autoritarismo delle idee e conformismo dei costumi. Applicare l’ispirazione alla libertà alle politiche promosse dal generale Vannacci è impossibile. Lui è quanto più a destra si possa immaginare (l’ha detto Salvini, e se lo dice lui…) proprio perché preferisce l’ordine e la disciplina alla libertà.
Le Dichiarazioni Controverse del Generale
Quando il generale dice a gay e lesbiche che non sono normali, si preoccupa dell’omogeneità della società, a scapito della libertà degli individui. Quando dice che i disabili, per il loro bene ovviamente, starebbero meglio a scuola separati dai ragazzi «normali», si preoccupa del successo della classe, non della persona. Praticamente tutto il contrario della cultura che il Cavaliere introdusse nella politica italiana. Berlusconi abbracciò questo credo liberista anche con qualche esagerazione (ricordate il «ciascuno padrone a casa sua»?) e con qualche impropria immedesimazione del proprio interesse personale con la libertà di ognuno. Ma questo fu il berlusconismo, ancor prima che nella politica nella tv commerciale: l’esplosione di un individualismo gioioso o feroce, a seconda dei casi e delle circostanze.
Il Confronto sulla Sessualità
Apoteosi di questa radicale differenza culturale è il tema della sessualità, per come lo tratta il generale e per come lo considerava il Cavaliere. Non c’era bisogno delle recenti dichiarazioni di Francesca Pascale, lesbica dichiarata anche con il suo fidanzato di allora, per sapere quanto fosse liberale Berlusconi sulla vita privata delle persone, e nella sua in particolare. Sarebbe inorridito di fronte all’omofobia del generale. E avrebbe avuto ragione. Per questo del Cavaliere i suoi sostenitori dicevano che avesse il sole in tasca. Che cosa porti in tasca il generale lo sa solo lui, ma di certo non è qualcosa che ha a che fare con la gioia di vivere e lasciar vivere.
Il Conformismo e il Collettivismo
Mentre il generale, da buon soldato, vorrebbe farci marciare in riga, il Cavaliere, da buon gaudente, avrebbe voluto che ognuno potesse fare il comodo suo. La visione di Vannacci è quella di una società ordinata e disciplinata, dove ogni individuo deve conformarsi a un modello predefinito. Al contrario, Berlusconi promuoveva un’idea di libertà individuale, in cui ogni persona poteva esprimere se stessa senza restrizioni. Silvio Berlusconi credeva nell’individualismo come principio fondamentale della società. La sua visione era quella di un mondo in cui ognuno è libero di perseguire la propria felicità, senza essere limitato dalle convenzioni sociali o dalle regole imposte dallo Stato. Questo era in netto contrasto con l’approccio del generale Vannacci, che vede l’ordine e la disciplina come valori superiori alla libertà individuale.
Il Dilemma della Sinistra
La sinistra, nella sua minorità attuale, sembra invece aver paura delle idee del generale Vannacci perché crede che siano popolari. Invece di confrontarsi direttamente con gli argomenti del generale, preferisce ignorarlo o tentare di censurarlo. Questo atteggiamento potrebbe essere interpretato come un segno di debolezza, poiché evita il dibattito aperto e la discussione critica. Per esempio, Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, ha definito le idee del generale come «fregnacce». Tuttavia, queste idee meritano di essere discusse e analizzate, piuttosto che semplicemente ignorate o censurate. Solo attraverso il dibattito e la critica costruttiva è possibile contrastare efficacemente le posizioni che si ritengono dannose o sbagliate.
Il Ruolo dei Media
I media giocano un ruolo cruciale in questo contesto. Devono garantire che tutte le voci vengano ascoltate e che il dibattito pubblico sia informato e bilanciato. Ignorare o censurare le idee del generale Vannacci non farà altro che rafforzare la sua posizione agli occhi dei suoi sostenitori, che potrebbero vederlo come una vittima del sistema. In conclusione, il confronto tra la visione del mondo di Berlusconi e quella del generale Vannacci mette in luce importanti differenze culturali e politiche. Mentre uno promuoveva la libertà individuale e l’auto-espressione, l’altro privilegia l’ordine e la disciplina. Questo dibattito è fondamentale per comprendere le dinamiche attuali della politica italiana e per riflettere sulle direzioni future del paese.