Nella giornata di ieri, Torino è stata teatro di un’imponente manifestazione di protesta organizzata da Extinction Rebellion, il noto gruppo ambientalista che ha preso di mira il grattacielo di Intesa Sanpaolo. La scena si è svolta in un crescendo di tensione e determinazione, con oltre un centinaio di attivisti che hanno animato l’azione, tra cui una cinquantina che ha fatto irruzione nell’atrio dell’edificio, segnando così la terza significativa iniziativa del movimento in pochi giorni.
Un messaggio forte e chiaro
La scelta del grattacielo di Intesa Sanpaolo non è casuale ma mira a sottolineare le critiche verso le politiche ambientali e di investimento della banca, con un focus particolare sulle attività di estrazione di gas. Gli attivisti, alcuni dei quali si sono incatenati all’ingresso per bloccare l’accesso, altri arrampicatisi sui tiranti esterni dell’edificio per esporre striscioni e bandiere, hanno voluto inviare un messaggio potente, simboleggiato anche dalla presenza di un “Re nudo”, figura emblematica delle menzogne governative e bancarie di fronte alla crisi climatica.
Matilde, un’attivista di Extinction Rebellion, ha spiegato il significato simbolico del “Re nudo”, evidenziando come l’Italia stia pagando un prezzo elevato per la crisi ecoclimatica, una catastrofe che, secondo gli attivisti, potrebbe essere evitata con politiche più responsabili e sostenibili.
Il colore rosso della protesta
Il colore rosso ha dominato la scena, simboleggiando l’urgenza e la gravità della situazione climatica, ma anche la mancanza di azioni concrete da parte delle istituzioni finanziarie e governative per contrastarla. La protesta di Extinction Rebellion si inserisce in un momento particolarmente critico, alla vigilia del G7 di Venaria, incentrato su Clima e Ambiente, aumentando così la pressione sugli attori globali per un impegno più marcato verso la sostenibilità.
L’azione di ieri non è isolata ma segue altre iniziative significative, come quella davanti alla sede Rai e il presidio al museo di Intesa Sanpaolo, tutte volte a denunciare le politiche ambientali ritenute inadeguate e a sottolineare l’importanza di ascoltare la scienza nella lotta al cambiamento climatico.
La risposta delle istituzioni
La manifestazione di Extinction Rebellion lancia un chiaro segnale non solo a Intesa Sanpaolo ma a tutte le grandi banche e governi, invitandoli a rivedere le proprie politiche in materia di investimenti energetici e a prendere atto dell’urgenza di azioni concrete per contrastare il riscaldamento globale. Il movimento sottolinea come le decisioni prese nei summit come il G7 debbano riflettere un vero impegno verso la riduzione delle emissioni e la promozione di un’economia sostenibile, piuttosto che continuare a sostenere fonti energetiche inquinanti.
La protesta di Extinction Rebellion a Torino, quindi, non è solo un atto di denuncia contro una singola istituzione ma si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione globale per il clima. Con azioni simboliche ma incisive, il gruppo ambientalista vuole rafforzare il messaggio che il tempo per agire è adesso, prima che le conseguenze del cambiamento climatico diventino irreversibili. La speranza è che eventi come questi possano accelerare un cambiamento di rotta nelle politiche ambientali e finanziarie a livello globale.
Le reazioni alla protesta sono state diverse, ma il messaggio di Extinction Rebellion sembra chiaro: senza un cambio di direzione immediato nelle politiche di investimento e una vera azione per il clima, il futuro sarà segnato da ulteriori e più gravi crisi ecologiche. La sfida è ora nelle mani delle istituzioni e delle grandi banche, chiamate a rispondere con azioni concrete all’appello urgente degli attivisti per il clima.