Dimissioni al vertice della Fondazione Crt: Fabrizio Palenzona lascia la presidenza
In un contesto di crescente tensione all’interno della Fondazione Crt, uno degli azionisti principali di Unicredit, Fabrizio Palenzona ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni dalla carica di presidente. Questa decisione giunge al termine di un consiglio di amministrazione particolarmente acceso, durante il quale Palenzona, collegato in videoconferenza, ha preso atto del clima di sfiducia nei suoi confronti da parte di alcuni consiglieri, scegliendo infine di disconnettersi e di abbandonare la riunione.
Le ragioni dietro questa scelta sono state esplicate da Palenzona stesso in una lettera di dimissioni, nella quale ha sottolineato il suo lungo e dedicato servizio alla Fondazione. ‘Ho sempre onorato e servito la Fondazione Crt per quasi 30 anni’, ha scritto, ricordando i suoi sforzi nel guidare scelte strategiche che hanno contribuito a posizionare la Fondazione tra le prime tre per importanza a livello nazionale. Ha inoltre evidenziato il dovere morale di agire per il bene della comunità e del Paese, criticando apertamente alcune dinamiche interne orientate a logiche di spartizione.
Una Fondazione ‘ombra’ e le conseguenze sulle nomine
Il centro delle controversie che hanno portato alle dimissioni di Palenzona risiede nelle procedure di nomina per le partecipate della Fondazione, da cui il presidente si è trovato escluso. In particolare, non ha dato il suo assenso a importanti decisioni riguardanti le posizioni chiave di varie entità affiliate alla Fondazione Crt, tra cui le Ogr e la Ream, oltre alla vicepresidenza di Equiter. Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla presenza di un’accordo sottobanco, descritto da Palenzona come una ‘fondazione nella Fondazione’, che avrebbe alterato le dinamiche di governance in violazione delle normative e dello statuto.
Palenzona ha espresso il suo disappunto per essere stato oggetto di attacchi dopo aver portato alla luce tali questioni, sottolineando di aver sempre agito seguendo il principio della legalità. Il suo impegno a non occultare le irregolarità è stato messo in evidenza, contrapponendosi a chi, secondo le sue parole, avrebbe preferito insabbiare l’accaduto.
Le nuove nomine e il futuro della Fondazione
Nel contesto delle dimissioni di Palenzona, il consiglio di amministrazione ha proceduto con le nomine delle partecipate. Davide Canavesio è stato scelto per guidare le Ogr, con Caterina Bima come vice, mentre lo stesso Canavesio assume anche il ruolo di vice in Equiter. Antonello Monti, con Bima e Canavesio, si occuperà della Ream. Queste decisioni hanno ricevuto l’approvazione di figure chiave all’interno della Fondazione, tra cui Maurizio Irrera, vicepresidente vicario vicino a Palenzona, Marco Giovannini e Anna Maria Di Mascio, quest’ultima recentemente nominata presidente della fondazione Ulaop, una onlus focalizzata su genitorialità ed educazione.
Il distacco di Palenzona arriva in un momento di particolare difficoltà personale, considerando anche le sue aspirazioni non realizzate di diventare presidente dell’Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie italiane. Al suo posto è stato eletto Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo, segnalando un cambio di leadership nel panorama delle fondazioni bancarie italiane.
La Fondazione Crt, attraverso questo turbolento periodo, si trova dunque di fronte a significative sfide di governance, mentre cerca di navigare le conseguenze delle recenti scissioni interne e di riaffermare il suo ruolo cruciale nel sostegno allo sviluppo territoriale e nazionale, in linea con le sue missioni storiche e i principi di legalità e trasparenza.