La politica italiana in fermento: Azione e Iv rafforzano la presa in vista delle Europee
Il panorama politico italiano è testimone di una fervente attività, soprattutto in vista delle imminenti elezioni europee, dove la soglia del 4% rappresenta un vero e proprio banco di prova per le varie formazioni. Dopo il significativo esito delle elezioni in Basilicata, sia Italia Viva (Iv) che Azione hanno intensificato le loro strategie, puntando a ridisegnare gli equilibri sia all’interno dei rispettivi schieramenti che nel contesto politico nazionale più ampio.
Il mai nato terzo polo, rinvigorito dai risultati lucani, mira a sconvolgere il tradizionale dualismo politico, puntando a sottrarre consensi sia al centrodestra che al centrosinistra. In particolare, Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno messo nel mirino il Partito Democratico (Pd), alleato in Basilicata con il Movimento 5 Stelle (M5s), e le forze di centrodestra, con l’obiettivo dichiarato di attrarre i moderati di Forza Italia e gli scontenti della Lega.
Le difficoltà del centrosinistra e la critica di Conte
Nell’ambito del centrosinistra, la sconfitta in Basilicata ha aggravato le tensioni esistenti, complicando ulteriormente la situazione per il M5s, che ha visto un netto ridimensionamento, passando dal 20% del 2019 al 7%. Il Pd, dal canto suo, non solo deve fare i conti con un risultato deludente (13,9%), ma anche con le divisioni interne e il malcontento per le alleanze in atto, come evidenziato dalle parole di Giuseppe Conte sul Patto di Stabilità: “Non mi capacito del perché il M5S sia rimasto solo a votare contro un accordo che taglia le gambe alla crescita dell’Europa e dell’Italia”. Questa dichiarazione, pur mirando alle forze di governo, ha implicitamente criticato anche l’astensione del Pd, alimentando ulteriori tensioni.
Da segnalare è il risultato ottenuto sia da Azione sia da Orgoglio Lucano in Basilicata, superiore al 7%, un dato significativo che tuttavia deve essere interpretato tenendo conto dell’esiguo bacino elettorale e del ruolo di Marcello Pittella, che ha contribuito in modo determinante al successo di Azione. Matteo Renzi ha commentato su Twitter: “In Basilicata si vince al centro – Bardi ha scelto noi e ha vinto. Il Pd ha scelto il M5s e ha perso. Tutto il resto è noia”.
Le reazioni di Forza Italia e Lega
Le parole di Renzi hanno sollevato più di un sopracciglio nelle file di Forza Italia e della Lega, soprattutto in seguito all’invito di Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo alla Camera dei Fratelli d’Italia, rivolto a Renzi e Calenda a considerare i vantaggi di alleanze con il centrodestra. Tuttavia, Alberto Gusmeroli, deputato della Lega, ha cercato di moderare gli entusiasmi: “La politica non è matematica. Credo che in Basilicata abbia pagato il buon governo”. Nonostante ciò, l’attenzione verso le forze centriste rimane alta, in considerazione di prossimi appuntamenti elettorali chiave.
In Puglia, ad esempio, si osservano con interesse le mosse dei consiglieri di Azione in vista della mozione di sfiducia al governatore Michele Emiliano, mentre in Piemonte si attendono le decisioni di Iv e Azione, con quest’ultima che sembra orientata a sostenere il governatore uscente di centrodestra, Alberto Cirio.
La questione dei veti e la strategia per le Europee
L’episodio lucano ha anche riacceso il dibattito sui veti incrociati e sulla necessità di superare le divisioni interne per costruire alleanze più ampie e inclusive. Lorenzo Guerini, deputato del Pd, ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme, superando i veti reciproci, in vista di un’azione politica condivisa. Questa visione cerca di trovare una sintesi tra le diverse anime del centrosinistra, in un momento in cui la coesione appare più necessaria che mai.
Le strategie di Azione e Iv riflettono una chiara volontà di posizionarsi come alternative credibili sia al centrodestra che al centrosinistra, cercando di capitalizzare il malcontento e le aspettative delusi da entrambi gli schieramenti. Con le elezioni europee all’orizzonte, la capacità di questi partiti di attrarre voti oltre i tradizionali confini politici sarà messa alla prova, in un contesto che promette di essere altamente competitivo e imprevedibile.
La critica di Andrea Orlando alla linea tenuta in Ue dal Pd, che si è astenuto sulla proposta di riforma del Patto di Stabilità, mostra come le tensioni interne al centrosinistra siano ancora un nodo da sciogliere, sottolineando l’urgenza di una riflessione profonda sulle alleanze e sulle strategie politiche da adottare in vista delle future scadenze elettorali.