Il Senato approva il decreto Pnrr: nuove misure e polemiche sulla salute riproduttiva
Con una votazione che ha visto 95 favorevoli, 68 contrari e un astenuto, il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge contenente misure aggiuntive per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il testo, approvato in precedenza dalla Camera il 18 aprile, è ora legge. Questo importante passaggio legislativo introduce nuove disposizioni che hanno scatenato non poche controversie, in particolare per ciò che riguarda l’accesso dei gruppi pro-vita nei consultori, suscitando le critiche di esponenti politici e associazioni.
Le novità introdotte dal decreto spaziano in diversi ambiti, dalla giustizia alle infrastrutture, passando per la sanità e lo sport, con l’obiettivo di accelerare e centralizzare l’attuazione delle opere previste dal Pnrr, per cui sono stati stanziati ulteriori 25 miliardi di euro. Tra le disposizioni più rilevanti vi è il cambiamento del sistema della patente a punti per i cantieri e l’introduzione di nuove norme per le assunzioni nel settore sanitario, a fronte delle lunghe liste di attesa e dell’uso dei medici a contratto.
Controversie e reazioni al decreto
La disposizione che ha acceso maggiormente gli animi riguarda la possibilità per le Regioni di coinvolgere enti del terzo settore con esperienza nel sostegno alla maternità all’interno dei consultori, aprendo di fatto le porte ai gruppi pro-vita in ambiti strettamente legati all’aborto. Tale misura ha suscitato le vibranti proteste di Valeria Valente (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S), che hanno parlato di un ‘attacco alla legge’ sull’aborto e di una concessione agli antiabortisti. Tino Magni di Avs ha rincarato la dose, denunciando una visione patriarcale che mette in discussione la capacità di scelta e autodeterminazione delle donne.
Da parte sua, la Commissione Europea ha chiarito che le misure proposte dal governo italiano sull’aborto ‘non hanno alcun legame con il Pnrr’, sottolineando così una distinzione tra le politiche europee e le decisioni nazionali in materia di salute e diritti riproduttivi.
Altre misure fondamentali del decreto
Oltre alla controversa misura sui consultori, il decreto Pnrr introduce importanti novità in altri settori. Nel campo delle infrastrutture, ad esempio, si modifica la patente a punti per i cantieri, mantenendo la dotazione iniziale di 30 punti ma prevedendo la possibilità di recuperare i punti decurtati attraverso un successivo decreto ministeriale. Le sanzioni per le infrazioni subiscono delle modifiche, e si introduce un limite ai poteri di Poste Italiane nell’ambito di PagoPa.
Per quanto riguarda il settore sanitario, si facilitano le assunzioni di medici e professionisti sanitari con contratti a tempo, superando il limite di spesa precedentemente imposto e abolendo il tetto di 18 mesi per i contratti di assunzione degli specializzandi. Inoltre, si prevede la nomina di un commissario ad hoc per raggiungere l’obiettivo di realizzare 60mila posti letto per gli studenti universitari, a dimostrazione di un’attenzione particolare anche al mondo dell’istruzione e del benessere degli studenti.
Il decreto Pnrr si pone così come un provvedimento complesso, che intende spingere l’Italia verso un percorso di ripresa e resilienza post-pandemia, nonostante le polemiche e le divisioni che continua a generare, in particolare sul fronte dei diritti e della salute riproduttiva.