Confermata la condanna a nove anni per abusi sulla nipotina nel Salento
Un caso di violenza sessuale che ha scosso profondamente la comunità del Salento si è concluso con la conferma della condanna a nove anni di reclusione per un uomo di 72 anni. L’individuo, nonno acquisito della vittima, una bambina di soli dieci anni, è stato ritenuto colpevole di aver abusato sessualmente della nipotina in più occasioni. Il processo, tenutosi a Lecce, ha visto l’imputato fronteggiare gravi accuse, culminate in una sentenza che punisce severamente gli atti riprovevoli commessi.
Le violazioni si sono verificate a partire dal 2014, in un contesto familiare che avrebbe dovuto garantire protezione e sicurezza alla piccola. Invece, l’anziano ha abusato della fiducia e dell’affetto di sua nipote, sfruttando la convivenza con la nonna della bambina per compiere atti di una gravità inaudita. Secondo quanto emerso durante il processo, l’uomo avrebbe baciato e toccato inappropriatamente la nipotina, arrivando persino a spogliarla.
Il difficile percorso verso la giustizia
Il cammino verso la condanna non è stato semplice. Inizialmente, la bambina non aveva dato peso agli episodi, ma in seguito ha trovato il coraggio di confidarsi, innescando così le indagini. La rivelazione fatta al padre ha portato alla luce la triste realtà, nonostante la bambina avesse ritrattato le sue dichiarazioni in un primo momento, complicando le indagini. Questo cambio di versione aveva addirittura portato all’iscrizione nel registro degli indagati della madre della bambina, con l’accusa di favoreggiamento, sospettata di aver influenzato la figlia a negare gli abusi.
La determinazione della piccola vittima, che ha poi deciso di parlare nuovamente, questa volta agli assistenti sociali, ha permesso di riaprire il caso e di portare avanti le indagini. La sua testimonianza, confermata durante l’incidente probatorio dinanzi al giudice per le indagini preliminari Michele Toriello, ha rappresentato un punto di svolta, consentendo alla Procura di procedere con l’accusa di violenza sessuale aggravata contro l’imputato.
La sentenza e le reazioni
Il processo si è concluso con una sentenza che va oltre le richieste del pubblico ministero Rosaria Petrolo, che aveva invocato una pena di otto anni. La corte, presieduta da Annalisa De Benedictis, ha invece deciso per una condanna a nove anni, sottolineando la gravità degli atti commessi dall’anziano. In aggiunta, è stata stabilita una provvisionale di 100mila euro a favore della vittima e di 20mila euro per ciascuno dei genitori, con ulteriori pene accessorie, tra cui il divieto di accedere ai luoghi frequentati da minorenni.
Le parti civili, rappresentate dagli avvocati Luigi Corvaglia, Alessandro Stomeo e Roberto Bray, hanno espresso soddisfazione per l’esito del processo, che riconosce il torto subìto dalla bambina e impone un adeguato risarcimento. Dall’altra parte, la difesa dell’uomo, assunta dall’avvocato Milco Panareo, si trova di fronte alla possibilità di ricorrere in appello, decisione che potrà essere presa una volta depositate le motivazioni della sentenza, attese entro i prossimi 90 giorni.
Questo caso, doloroso e complesso, tocca temi delicati come la tutela dei minori e la fiducia all’interno delle dinamiche familiari. La condanna rappresenta non solo una chiusura per la famiglia della vittima ma anche un monito per la società, sulla necessità di proteggere i più vulnerabili e di perseguire con determinazione chi viola la loro innocenza e fiducia.