Tragedia a Gallarate: ex poliziotto uccide la moglie e si suicida
Una vicenda sconvolgente ha scosso la tranquilla cittadina di Gallarate, nel Varesotto, dove si è consumata una tragedia familiare che ha lasciato la comunità senza parole. Nella serata di ieri, in una residenza di via Sacconaghi, Roberto Iuliano, ex agente di polizia, ha compiuto un gesto estremo uccidendo la moglie, Nadia Gentili, per poi togliersi la vita. Un evento tragico che ha lasciato sgomenti non solo i familiari ma anche l’intera comunità che conosceva la coppia.
Il macabro ritrovamento è stato fatto dal figlio della coppia, che preoccupato per l’assenza di risposte al campanello, ha deciso di entrare nella casa dei genitori. Quello che ha trovato è stata una scena di pura tragedia, con i corpi senza vita dei genitori a terra. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della compagnia di Gallarate e del comando provinciale di Varese, guidati dal pubblico ministero di Busto Arsizio, Susanna Molteni, per effettuare tutti i rilevamenti necessari alla ricostruzione della dinamica.
Una vita apparentemente tranquilla
Non ci sono segni apparenti di effrazione o di una lotta, il che ha portato gli inquirenti ad escludere fin da subito il coinvolgimento di terze persone. La domanda che ora si pongono tutti è cosa possa aver spinto un uomo descritto come tranquillo e una coppia che ha condiviso oltre cinquant’anni di vita insieme, senza precedenti di violenza o litigi, a un gesto così disperato. I vicini e i conoscenti parlano infatti di due persone estremamente affiatate, riservate ma gentili, lontane da qualsiasi sospetto di crisi o problemi.
Le autorità hanno posto l’abitazione sotto sequestro e le salme sono state trasferite in attesa dell’autopsia, che sarà fondamentale per chiarire le dinamiche esatte della tragedia. Nel frattempo, le indagini si concentrano sulla vita della coppia e su eventuali segnali che potrebbero essere stati trascurati. In particolare, si sta cercando di comprendere se uno dei due coniugi soffrisse di qualche patologia non precedentemente dichiarata o se vi fossero stati segnali di malessere psicologico.
Nessuna spiegazione al gesto
Particolare attenzione è rivolta alla ricerca di possibili messaggi, lettere o note lasciate da Iuliano che possano fornire una spiegazione al suo gesto. Fino a questo momento, tuttavia, gli inquirenti non hanno trovato nulla che possa fare luce sulle motivazioni che hanno portato all’omicidio-suicidio. La comunità di Gallarate resta così sospesa in un doloroso interrogativo, cercando di comprendere l’incomprensibile.
La tragedia ha riacceso il dibattito sulla necessità di prestare maggiore attenzione ai segnali di disagio psicologico, specie in persone che, come nel caso di Iuliano, possiedono armi. La vicenda di Gallarate diventa emblematica della difficoltà di riconoscere e intervenire tempestivamente nelle crisi personali e familiari, soprattutto quando queste si manifestano in forme estreme e violente. Le indagini in corso si spera possano almeno fornire risposte che aiutino a prevenire future tragedie simili.
La comunità, intanto, si stringe intorno ai familiari delle vittime, cercando di far fronte comune al dolore e alla perdita inattesa. Il ricordo di una coppia affiatata e rispettata lascia un vuoto difficile da colmare, sia nelle vite dei loro cari che nel tessuto sociale di Gallarate.