![La Lega ritira l'emendamento sui ballottaggi: polemiche e reazioni al decreto elezioni 1 20240314 153220](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240314-153220.webp)
La Lega
La Lega ha deciso di ritirare l’emendamento riguardante l’eliminazione dei ballottaggi, su invito del governo, trasformandolo in un ordine del giorno al decreto elezioni. Il capogruppo Massimiliano Romeo ha annunciato in aula questa decisione, affermando: ‘Su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione.’
L’emendamento proposto prevedeva che ‘è proclamato eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi, a condizione che abbia conseguito almeno il 40% dei voti validi.’ Questa proposta, presentata dalla Lega durante l’esame in aula al Senato, è stata successivamente ritirata, suscitando reazioni inaspettate dalle opposizioni che hanno definito l’iniziativa un ‘attacco alla democrazia’ e un ‘colpo di mano’.
Controversie e reazioni al nuovo emendamento
Il capogruppo Massimiliano Romeo ha risposto alle critiche sostenendo che l’emendamento avrebbe favorito le aggregazioni, sottolineando che ‘aiuta il campo largo’. Ha inoltre dichiarato: ‘La prossima volta lo terremo fino alla fine e lo metteremo ai voti.’ Tuttavia, l’emendamento prevedeva anche che in caso di parità di voti, sarebbe stato proclamato eletto sindaco il candidato più anziano di età, sollevando ulteriori polemiche.
Nel marzo 2023, Forza Italia presentò un emendamento simile in commissione Affari costituzionali al Senato, riguardante la raccolta delle firme nei piccoli Comuni. Successivamente, la proposta fu inclusa nel testo unificato sull’elezione diretta delle province. Ancora più recentemente, nel mese di aprile, il ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli propose il superamento del ballottaggio, in vigore dal 1993, suscitando dibattiti all’interno dell’aula.
Bocciato l’emendamento per il terzo mandato dei governatori delle Regioni
Un’altra iniziativa che ha sollevato discussioni è stata la proposta della Lega di innalzare da due a tre il limite dei mandati dei governatori delle Regioni, bocciata dal Senato. Con 26 sì, 112 no e 3 astenuti, l’emendamento è stato respinto. Il relatore Alberto Balboni (FdI) si è espresso contro, mentre il governo, rappresentato dalla sottosegretaria Wanda Ferro, ha lasciato la decisione all’Aula.
Gli emendamenti che proponevano il terzo mandato per i governatori, presentati sia dalla Lega che da Iv, sono stati votati in un unico scrutinio poiché erano quasi identici. Lega e Iv si sono schierati a favore, mentre FdI, FI, Pd, M5s e Avs hanno votato contro. La Svp ha scelto di astenersi, confermando la complessità e la divisione di opinioni su queste proposte all’interno del panorama politico italiano.