La strage senza fine sul lavoro: sindacati in rivolta
Strage sul lavoro, un termine che purtroppo continua a riempire le cronache italiane con storie di tragedie umane e famiglie spezzate. L’ultimo a pagarne il prezzo è stato Gianfranco Conte, un uomo di soli 37 anni, schiacciato da una bobina in un’azienda a Brindisi. Ogni vicenda è un pezzo di un mosaico oscuro che sembra non conoscere fine. Oltre a Conte, tante altre vittime si sono susseguite in diverse regioni, un elenco doloroso che riflette una realtà crudele e spietata.
La rabbia dei sindacati
Le voci dei sindacati si levano con forza, denunciando un sistema che antepone il profitto alla vita umana. Le parole di Gianni Ricci, segretario generale della Uil di Puglia, sono nette: “È finito il tempo del cordoglio e delle frasi di circostanza, è il momento delle misure forti, concrete. Questa strage va fermata”. La richiesta di interventi concreti per porre fine a questo scempio trova eco anche nella Cgil, che invoca un’urgente intensificazione dei controlli sui luoghi di lavoro. La morte di Giuseppe Borrelli, il giovane di Volla schiacciato da un macchinario, non è stata una fatalità isolata, ma la conseguenza di un sistema che sembra non avere cuore.
Scandalo intollerabile, così lo ha definito il presidente Sergio Mattarella. Eppure, nonostante le promesse e le dichiarazioni d’intenti, poco o nulla sembra cambiare. Le stesse istituzioni invocate come salvaguardie si trovano ora sotto accusa per non aver saputo proteggere i lavoratori. La rabbia cresce, alimentata da una serie continua di incidenti mortali che lasciano dietro di sé solo dolore e domande senza risposta. La strage sul lavoro continua, implacabile, a mietere nuove vittime, ignorando le preghiere di chi chiede giustizia e sicurezza.