Operazione ‘Ianus’: Blitz contro i clan gelesi
Oltre 500 uomini della polizia sono stati impegnati in un blitz contro i clan gelesi di Cosa Nostra, in particolare il gruppo Rinzivillo e il gruppo Emmanuello. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta, hanno portato all’arresto di 54 persone e alla scoperta delle attività criminali dei clan di Gela.
Le investigazioni hanno evidenziato come i clan gelesi abbiano investito ingenti risorse nella coltivazione di marijuana, utilizzata anche per lo scambio di sostanze stupefacenti come la cocaina con le organizzazioni criminali della ‘ndrangheta calabrese e con esponenti della criminalità organizzata catanese. La mafia di Gela è stata coinvolta in importazioni di cocaina e hashish, oltre che nell’esportazione di marijuana, in un intricato traffico di droga che coinvolgeva diversi territori e organizzazioni criminali.
Scambi di droga e traffico illecito
Il traffico di droga tra i clan gelesi e la ‘ndrangheta calabrese, in particolare l’ndrina Longo di Polistena, insieme a esponenti della criminalità organizzata catanese, ha coinvolto ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana. Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire le dinamiche degli scambi, evidenziando quantitativi significativi di sostanze stupefacenti.
Le conversazioni intercettate hanno rivelato che il traffico di droga coinvolgeva fino a 1000 chili di marijuana sequestrata, con un flusso settimanale di circa 1 o 2 kg di cocaina immessi sul mercato. Queste attività illecite hanno portato a guadagni milionari per i clan coinvolti, confermando la complessità e l’entità del traffico di sostanze stupefacenti gestito dai gruppi criminali di Gela.
Giuseppe Tasca, reggente della famiglia Rinzivillo, è emerso come uno dei principali protagonisti di queste operazioni criminose, confermando la stretta connessione tra i clan di Cosa Nostra e le attività illecite legate al traffico di droga.
La presenza delle armi e la riserva di violenza di Cosa Nostra
La disponibilità di armi e esplosivi è emersa durante l’attività investigativa, sottolineando la pericolosità dei clan coinvolti nelle attività illecite. La presenza di ordigni esplosivi e di un Kalashnikov, unitamente alla disponibilità di pistole e ad un mercato nero delle armi, evidenzia la gravità della situazione e il potenziale pericolo rappresentato da tali organizzazioni criminali.
Il Procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha dichiarato durante una conferenza stampa che ‘Cosa Nostra non è mafia liquida, ma un’associazione criminale con una riserva di violenza nel proprio DNA, pronta a agire se le attività economiche non sono più sufficienti. È essenziale mantenere il controllo del territorio e garantire la sicurezza dei cittadini di fronte a queste minacce criminali, lavorando per debellare il potere e l’influenza delle organizzazioni mafiose a Gela e in tutto il territorio nazionale.’