L’eurodeputato
Gianantonio Da Re, figura di spicco della Liga Nord-Lega Veneta, è stato espulso dal partito dopo aver lanciato pesanti critiche al segretario Matteo Salvini. Da Re ha dichiarato: “Io ho il partito nella tessera e nel cuore. La mia tessera è quella della Liga Veneta-Lega Nord, a cui ho versato negli anni 120 mila euro, non è quella della ‘Lega Salvini premier’. Possono anche espellermi, ma io da quel partito non sono mai andato via.” Queste parole caustiche hanno segnato la fine di una militanza lunga oltre quarant’anni e di un’importante carica regionale all’interno del partito.
Una decisione contestata e una spaccatura nel direttivo regionale
La decisione di espellere Da Re è stata presa con un voto a favore del provvedimento da parte di 13 membri del direttivo, tra cui il segretario Alberto Stefani. Non tutti si sono però espressi in favore dell’espulsione: il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, si è astenuto, mentre alcuni membri hanno cercato di proporre sanzioni meno gravi come una censura o una sospensione. Ciambetti ha addirittura chiesto di posticipare la decisione dopo le elezioni europee, sottolineando che l’espulsione di Da Re avrebbe potuto generare tensioni interne. Nonostante ciò, la maggioranza del direttivo ha optato per l’espulsione, mettendo in evidenza una netta spaccatura all’interno del partito.
Da Re ha motivato le sue critiche sostenendo che c’è un problema politico all’interno del partito, evidenziato dai risultati elettorali in calo e dalla perdita di consensi. Ha annunciato che non farà ricorso contro la decisione presa dal direttivo. Il segretario Stefani ha sottolineato che Da Re ha assunto posizioni di insubordinazione ripetutamente, superando ogni limite. Il direttivo regionale ha votato per riunioni periodiche interne al partito e ha sottolineato l’importanza di evitare dichiarazioni pubbliche contrarie alla linea ufficiale, altrimenti potrebbero esserci ulteriori espulsioni.