Torino: Sfruttamento della Prostituzione in Cambio di Crack
Una studentessa di psicologia ha denunciato un giro criminale a Torino nel quale era stata coinvolta, offrendo prestazioni sessuali in cambio di crack. Il suo racconto ha dato il via a un’indagine dei carabinieri, che hanno scoperto un appartamento dove avveniva un intenso traffico di persone, sia clienti che spacciatori. Le telecamere posizionate hanno rivelato un incessante flusso di individui che frequentavano l’abitazione a tutte le ore, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia.
Prostituzione e Tossicodipendenza: Un Connubio Devastante
Le donne coinvolte in questo giro erano principalmente tossicodipendenti, costrette a offrire servizi sessuali in cambio di dosi di droga. I clienti pagavano direttamente la mente dietro l’operazione, Monique, che gestiva tutto il processo senza che le ragazze vedessero mai i soldi, ricevendo soltanto la droga come compenso. Le transazioni variavano a seconda della prestazione offerta, con dosi di crack come unica forma di pagamento.
Una delle ragazze ha raccontato: ‘Mi è capitato di restare chiusa in quell’appartamento anche per quattro giorni, non mi era permesso neanche lavarmi tra un appuntamento e quello successivo. Per andare via dovevo scappare di nascosto’. Questa testimonianza svela il lato oscuro di un’attività che sfruttava la dipendenza e la vulnerabilità delle donne coinvolte, costringendole a situazioni disumane per ottenere la droga di cui non potevano fare a meno.
Monique: Il Cuore Oscuro dell’Attività Criminale
Monique, la mente dietro la casa di appuntamenti, era la figura centrale nell’organizzazione delle attività. Con il suo controllo sui clienti, sui pusher e sulle ragazze tossicodipendenti, riusciva a mantenere un sistema che sfruttava la dipendenza per fini lucrativi. Le richieste più estreme venivano soddisfatte, inclusi sconti sul prezzo e atti non protetti, tutto per garantire un flusso costante di crack per le donne coinvolte.
Le intercettazioni hanno rivelato la presenza di feste a base di sesso e droga, con richieste specifiche dei pusher e un controllo quasi totale sulla vita delle donne coinvolte. La condanna di Monique a due anni e otto mesi di reclusione per sfruttamento della prostituzione ha portato alla luce un’attività criminale che durava da almeno quattro anni, coinvolgendo donne di varie età e condizioni, costrette a prostituirsi per ottenere una droga che aveva preso il controllo delle loro vite.