La scomunica della santona di Trevignano: verità e conseguenze
La diocesi di Civita Castellana, guidata dal vescovo Marco Salvi, ha emesso una presa di posizione decisa riguardo alle presunte apparizioni della Madonna di Trevignano raccontate da Gisella Cardia, definita ‘inattendibile’ e ‘autoreferenziale’. Dopo un attento discernimento e l’analisi di esperti, la diocesi ha concluso che i fatti in questione non presentano elementi sovrannaturali, smentendo così le affermazioni della santona che avevano attratto migliaia di pellegrini sulla collina vicino a Roma. Questa decisione ha sollevato perplessità e polemiche, in particolare da parte di coloro che si sentono truffati dopo aver contribuito economicamente alla santona.Nonostante il rituale mensile continui a svolgersi sulle colline di Trevignano, la Chiesa invita ora fedeli e sacerdoti a prendere le distanze da Gisella Cardia e dai presunti eventi soprannaturali. L’altare e gli elementi legati alle presunte apparizioni erano stati oggetto di controversie legali, ma adesso la posizione ufficiale della diocesi chiarisce che non vi è alcun fondamento di soprannaturalità. Questo annuncio rappresenta un punto di svolta nella vicenda, ponendo fine alle incertezze e alle divisioni che si erano create attorno a questo fenomeno.
Le ragioni dietro la decisione della diocesi
Il vescovo Marco Salvi ha delineato le motivazioni che hanno portato alla negazione degli eventi soprannaturali a Trevignano, evidenziando le incongruenze e le contraddizioni nelle testimonianze di Gisella Cardia e di altri coinvolti. Le lacune e le discrepanze nelle narrazioni, insieme alla mancanza di coerenza tra i vari racconti e alle contraddizioni emerse durante le indagini, hanno contribuito a smascherare la presunta natura soprannaturale degli eventi. La Chiesa, quindi, ha emesso un divieto per i sacerdoti di celebrare sacramenti o atti di devozione legati a Trevignano, sottolineando la necessità di mantenere l’unità ecclesiale e di seguire le decisioni del vescovo diocesano.Infine, l’invito ai fedeli a distaccarsi dagli eventi di Trevignano e a concentrarsi sulla Parola di Dio e sulla liturgia della Chiesa come fonti di fede e speranza autentiche. La conclusione della diocesi rappresenta un richiamo alla coerenza dottrinale e alla vigilanza spirituale, mettendo in guardia contro fenomeni settari e deviazioni dalla tradizione ecclesiale. Il messaggio finale è chiaro: la vera comunione con la Beata Vergine Maria si nutre della Parola di Dio e della liturgia, non di presunte apparizioni.