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Indagine sulle Banche Dati: Melillo e Cantone Chiedono un’Urgente Audizione
Accessi abusivi a banche dati, una vicenda che coinvolge figure di rilievo come il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, ha scatenato richieste di chiarimento presso istituzioni chiave come il Csm, l’Antimafia e il Copasir. In una lettera inviata, si chiede un’audizione urgente per valutare l’opportunità di esporre informazioni cruciali relative all’indagine condotta sulla procura di Perugia riguardo agli accessi non autorizzati alle banche dati della procura nazionale Antimafia.
La richiesta di Melillo e Cantone è stata definita ‘doverosa’ al fine di fornire le necessarie informazioni riguardanti il caso agli organi competenti. La procura di Perugia ha individuato accessi abusivi al sistema informatico delle Sos, le segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, alcuni dei quali sono stati divulgati da giornalisti del quotidiano Domani. In merito a ciò, tre giornalisti sono sotto inchiesta per aver svolto il proprio compito di divulgare verità.
Accuse e Ipotesi: Finanziere Striano al Centro dell’Indagine
La procura di Perugia evidenzia che il finanziere Striano avrebbe fatto un utilizzo eccessivo e non autorizzato delle banche dati, sospettando che i giornalisti non fossero gli unici destinatari delle informazioni estratte. Si stima che Striano abbia effettuato oltre 500 accessi non consentiti, costringendolo a giustificare l’utilizzo di tali dati ai magistrati, caso per caso. D’altra parte, al pm Laudati vengono contestati 319 accessi abusivi, insieme alle accuse di falso ideologico in atti pubblici e abuso d’ufficio, ipotesi che il procuratore ha respinto tramite una nota del suo legale nei giorni scorsi.
Le accuse si concentrano sul presunto coinvolgimento di Striano in attività non autorizzate, mentre Laudati è accusato di aver predisposto un ‘dossier pre-investigativo’ per motivi personali. Una situazione intricata che solleva interrogativi sulle pratiche di accesso alle informazioni sensibili e sull’etica professionale in un contesto così delicato come quello delle indagini antimafia. La vicenda mette in luce la complessità dei rapporti tra fonti giudiziarie e media, evidenziando un’interazione che necessita di trasparenza e rispetto delle normative vigenti.