Femminicidio: Condanna all’ergastolo per Davide Fontana
Davide Fontana è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano per l’omicidio, la soppressione e l’occultamento del cadavere di Carol Maltesi, l’attrice 26enne con cui aveva avuto una relazione. Le circostanze sono agghiaccianti: la giovane è stata assassinata a Rescaldina (Milano) con 13 martellate e una coltellata mentre era legata, imbavagliata e incappucciata durante le riprese di un video hard commissionato da Fontana attraverso un finto profilo social.
Fontana, un 44enne bancario, aveva successivamente sezionato il corpo in 23 pezzi, cercando di bruciare i resti e infine gettandoli in sacchi neri da un dirupo a Paline di Borno (Brescia). Solo i tatuaggi hanno permesso l’identificazione della vittima. La sentenza ha portato alla condanna all’ergastolo, una pena più severa rispetto ai 30 anni inizialmente previsti.
Le nuove aggravanti e il cambiamento di pena
Le aggravanti riconosciute in appello hanno determinato il cambiamento di pena per Fontana. Inizialmente condannato a 30 anni, ora si trova di fronte all’ergastolo, come richiesto dalla parte civile e dal sostituto pg Massimo Gaballo. Le nuove aggravanti incluse riguardano la premeditazione e la crudeltà con cui è stato commesso il delitto.
Il processo ha evidenziato un divario nella valutazione delle aggravanti tra il primo grado e l’appello. Mentre inizialmente non si era riconosciuta la premeditazione e la crudeltà, queste sono emerse nel secondo grado, portando all’ergastolo anziché ai 30 anni di reclusione. La pianificazione dettagliata dell’omicidio e l’agire con crudeltà hanno giocato un ruolo determinante nella nuova sentenza.
Riflessioni e dichiarazioni dopo la sentenza
Dopo la pronuncia della sentenza, sono emerse diverse riflessioni e dichiarazioni. La zia di Carol Maltesi, Anna Milazzo, ha espresso soddisfazione per la condanna all’ergastolo, dichiarando: “Sono felice perché deve pagare. Ci speravamo, soprattutto dopo aver sentito il fango buttato su mia nipote e sulla sua tomba”.
Davide Fontana, prima della decisione della Corte, ha manifestato rammarico per le sue azioni, affermando: “Ripenso ogni giorno a ciò che ho commesso e non so se potrò mai essere perdonato per quello che ho fatto, darei la mia vita per tornare indietro.” Ha inoltre espresso la volontà di riparare per quanto possibile alle sue azioni, cercando aiuto nelle istituzioni e tramite la richiesta di ammissione a un programma di giustizia riparativa.
La sentenza, sebbene confermi la gravità dei fatti e la pena dell’ergastolo, evidenzia anche la complessità delle dinamiche processuali e la ricerca di giustizia in un contesto segnato da violenza e sofferenza. Fontana dovrà affrontare le conseguenze dei suoi atti, mentre la famiglia della vittima cerca di elaborare il lutto e di trovare una forma di giustizia per Carol Maltesi.