Il caso di Davide Fontana: dichiarazioni e controversie
Carol Maltesi è stata vittima di un omicidio agghiacciante, perpetrato dal suo ex fidanzato Davide Fontana. Fontana, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio aggravato di Maltesi, ha recentemente fatto delle dichiarazioni spontanee davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Milano. In queste dichiarazioni, Fontana ha espresso il suo profondo rammarico e dolore per quanto accaduto, affermando: “Vorrei chiedere ancora scusa a tutti per la cosa orribile che ho fatto, in particolare ai genitori di Carol Maltesi, soprattutto a suo figlio. So che sembro distaccato quando parlo, invece provo grande dolore e grande sofferenza e ogni giorno penso a quello che ho fatto.”
Fontana ha anche manifestato la sua volontà di riparare ai danni causati, dichiarando: “Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alle mie azioni.” In un gesto concreto in questa direzione, Fontana ha donato al figlio di Carol Maltesi la somma di 39.000 euro, corrispondente al suo Tfr. Ha affermato: “Dei soldi non mi interessa nulla e il mio Tfr l’ho dato al figlio di Carol. Non so se potrò mai essere perdonato per quello che ho fatto, darei veramente la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni ad aiutare gli altri.”
Le richieste della pubblica accusa
Il sostituto procuratore generale di Milano, Massimo Gaballo, ha chiesto la pena dell’ergastolo con isolamento diurno per Davide Fontana, confermando la richiesta della sentenza di primo grado che lo condannava a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Carol Maltesi. La Corte d’Assise di Busto Arsizio, che aveva emesso la sentenza di primo grado, aveva escluso alcune delle aggravanti contestate, come premeditazione, crudeltà e motivi futili e abietti. Tuttavia, l’accusa ha ribadito la richiesta di riconoscimento di tali aggravanti.
La relazione tra Carol Maltesi e Davide Fontana ha avuto risvolti tragici, culminati nell’omicidio della donna. Dopo la fine della loro relazione, i due avevano proseguito a frequentarsi, vivendo entrambi a Rescaldina, vicino a Milano. Fontana ha ammesso di aver conservato il corpo di Maltesi per due mesi prima di disfarsene, gettandolo in una discarica a Paline di Borno, in provincia di Brescia. Solo nel marzo successivo, grazie a un appello dei carabinieri, i resti di Maltesi furono rinvenuti e identificati, svelando l’orrore dietro a questo tragico evento.