Rapina sventata a Cavallino: individuato uno dei banditi
Rapina a rischio
Una tentata rapina nella casa della famiglia Biondo a Ca’ Ballarin ha portato a momenti di terrore nella tranquilla zona di Cavallino. L’intervento tempestivo di Alberto Biondo, 34 anni, e del padre Maurizio, 62 anni, ha impedito il peggio, ma non senza conseguenze. Alberto, un culturista, ha reagito al blitz dei malviventi, subendo un colpo di pistola alla gamba. L’azione coraggiosa della famiglia ha messo in fuga i banditi, ma ha anche permesso alle autorità di agire prontamente.
L’arresto
Il rapido intervento dei carabinieri nel Pordenonese ha portato all’arresto di uno dei complici, che potrebbe fornire informazioni cruciali per risalire agli altri autori del tentato colpo. L’arresto dell’uomo è avvenuto grazie alla reazione decisa di Alberto e Maurizio, dimostrando che la prontezza d’animo può fare la differenza in situazioni di pericolo.
Indagini in corso
Tracce e prove
Le indagini si sono concentrate sulle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza del Comune di Cavallino Treporti, che hanno registrato la fuga della vettura utilizzata dai malviventi. L’auto è stata abbandonata a distanza dalla residenza dei Biondo, fornendo agli investigatori ulteriori elementi per risalire alla banda. Tuttavia, resta da confermare se i rapinatori siano stati identificati grazie alle riprese o se abbiano occultato il volto durante il crimine.
Un’azione non professionale
L’obiettivo scelto, l’abitazione di una famiglia di agricoltori, e l’apparente mancanza di un piano dettagliato fanno sorgere dubbi sull’esperienza dei criminali coinvolti. L’assenza di richieste specifiche durante l’assalto e il comportamento improvvisato dei banditi suggeriscono che potrebbero non essere professionisti del crimine, ma individui inesperti o mal preparati.
Prossimi sviluppi
Chiarimenti necessari
Alberto Biondo, ancora ricoverato per le ferite riportate durante la rapina, ha espresso la sua perplessità riguardo alle intenzioni dei rapinatori: “Non ho ancora capito che cosa cercassero”. La cooperazione delle autorità e il proseguimento delle indagini potrebbero portare a risposte concrete sul movente e sull’identità dei complici ancora latitanti.
Inseguimento in corso
Le forze dell’ordine sono sulle tracce dei due fuggitivi rimasti in libertà, coordinando le ricerche tra il nucleo investigativo di Venezia e la compagnia di San Donà di Piave. L’arresto di uno dei banditi rappresenta un passo avanti significativo per risolvere il caso e portare giustizia per l’azione criminale avvenuta a Ca’ Ballarin.