Candidato in Sardegna sotto accusa per audio sessista
Sei ragazze in minigonna, un’espressione che ha scatenato polemiche e indignazione in Sardegna. L’audio di un candidato politico che promette feste escludendo la presenza delle donne perché già presenti sul luogo ha scosso l’opinione pubblica. Pietro Pinna, ex militare e candidato della Dc per Rotondi, ha cercato di minimizzare l’accaduto definendolo un semplice scherzo inviato a un amico. Tuttavia, le sue parole sono state condannate come sessiste e inaccettabili.
Paolo Truzzu, candidato presidente del centrodestra, ha preso netta distanza dall’audio definito imbarazzante e sgradevole. Truzzu ha sottolineato l’inaccettabilità delle affermazioni sessiste e della strumentalizzazione del corpo della donna a fini elettorali. Il sindaco di Cagliari ha enfatizzato il rispetto per le donne e ha esposto il suo pensiero in merito al grave comportamento del suo avversario politico.
Reazioni politiche all’audio sessista
Il Movimento 5 Stelle ha reagito duramente all’audio, definendolo uno ‘schifo’ e una ‘vergogna assoluta’. La candidata del centrosinistra, Alessandra Todde, ha condannato fermamente la mercificazione del corpo femminile a fini politici, sottolineando come ciò rappresenti non solo un problema morale, ma anche un oltraggio all’intelligenza degli elettori sardi. Todde si è detta orgogliosa di presentare una coalizione che difende i diritti delle donne e ha manifestato solidarietà alle candidate donne nella sua lista.
La vicepresidente del M5s, Chiara Appendino, ha definito l’audio da ‘voltastomaco’, sottolineando la gravità delle parole pronunciate e respingendo ogni tentativo di minimizzazione da parte della destra politica. Anche la senatrice dei 5 Stelle, Sabrina Licheri, ha condannato senza mezzi termini l’episodio, rifiutando l’etichetta di ‘goliardia’ e sottolineando la mancanza di spazio per scherzi di cattivo gusto in politica.