Sanità in Italia: dodici regioni sotto la soglia dei Livelli essenziali di assistenza
Più di mezza Italia è sotto la soglia critica dei Livelli essenziali di assistenza, con dodici regioni che non raggiungono i parametri minimi necessari. Questo trend preoccupante rivela una situazione allarmante, evidenziando una spaccatura non solo tra nord e sud, ma coinvolgendo anche regioni del nord-ovest e del centro del Paese.
Situazione attuale e criticità emergenti
Le nuove regioni inadempienti ai Livelli essenziali di assistenza sono Piemonte, Liguria, Lazio e Abruzzo, le quali non riescono a garantire servizi adeguati in almeno due delle tre macro-aree considerate. Questo rappresenta un netto peggioramento rispetto al monitoraggio precedente, in cui la situazione era invertita con dodici regioni promosse e otto sotto la sufficienza.
Da un’analisi dettagliata, emerge che le principali criticità riguardano soprattutto l’area della prevenzione, che include le coperture vaccinali, gli screening oncologici e l’adozione di uno stile di vita sano. Attualmente, ben dieci regioni risultano inadempienti in questo settore, evidenziando un significativo aumento rispetto al monitoraggio precedente in cui erano solo quattro le regioni in questa condizione.
Variazioni nell’assistenza ospedaliera e situazione nel nord-est
Nel settore dell’assistenza ospedaliera, si osserva un lieve miglioramento con una sola regione insufficiente, la Val d’Aosta, mentre Piemonte e Basilicata non hanno trasmesso i dati ministeriali. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al 2021, quando cinque regioni erano contrassegnate in rosso in questo ambito.
Dall’analisi emerge che il nord-est dell’Italia si conferma come l’area con il sistema sanitario più efficiente, dalla Lombardia al Friuli-Venezia Giulia, fino ad Emilia-Romagna e Marche. L’eccezione è rappresentata dalla provincia di Bolzano, dove la presenza storica di un elevato numero di anti-vaccinisti compromette la valutazione complessiva sulla prevenzione.
Il contesto nazionale della sanità sembra essere uscito indebolito dalla crisi Covid-19, evidenziando un aumento delle inefficienze e delle disuguaglianze territoriali. Questo scenario solleva interrogativi sulle potenziali conseguenze dell’autonomia differenziata e mette in discussione la retorica sulla nuova centralità del diritto alla salute.