![Voto a Distanza per Fuorisede: Analisi della Proposta di Fratelli d'Italia 1 20240215 145439](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240215-145439.webp)
Come Fratelli d’Italia propone il voto a distanza per i fuorisede
A quattro mesi dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, Fratelli d’Italia (Fdi) ha avanzato un emendamento al cosiddetto decreto Elezioni, proponendo il voto a distanza per gli studenti fuorisede. Tale proposta è stata presentata in commissione Affari costituzionali del Senato, dove è in sospeso da un anno un progetto simile del Partito democratico (Pd).
L’emendamento di Fdi, a differenza di quello del Pd, si concentra sulle prossime elezioni europee e sugli studenti che risiedono in un comune diverso da quello di residenza, pari a circa 600.000 persone. Si tratta di una ‘disciplina sperimentale’ che non copre coloro che si trovano altrove per motivi lavorativi o di salute e chi deve votare alle elezioni comunali, previste in 3.702 comuni italiani su 7.896, sempre per l’8 e il 9 giugno.
Complessità e limitazioni della proposta
La proposta di Fratelli d’Italia, sebbene rappresenti un progresso nell’estendere il diritto di voto agli studenti fuorisede, sembra essere strutturata in modo da generare più problemi che soluzioni. Limitare il voto fuorisede alle elezioni europee e non includere le elezioni comunali costringerà gli studenti a fare lunghi viaggi per poter esercitare il loro diritto di voto o a rinunciare a partecipare alle elezioni locali.
Inoltre, l’emendamento impone agli studenti che risiedono in una circoscrizione diversa dalla propria di affrontare spese e perdite di tempo considerevoli per poter votare. Questo obbliga gli studenti a recarsi nel capoluogo della regione di residenza, che potrebbe essere distante o mal collegato. La proposta, quindi, anziché agevolare il processo di voto per i fuorisede, sembra aggiungere ulteriori ostacoli, specialmente considerando che molte università sono situate lontano dai capoluoghi regionali.
Infine, non si sono previste disposizioni speciali per coloro che risiedono nelle Isole, complicando ulteriormente il ritorno a casa per esprimere il proprio voto. La proposta, pertanto, potrebbe non essere sufficientemente inclusiva e attenta alle diverse esigenze dei fuorisede, rischiando di limitarne effettivamente il diritto di voto anziché garantirlo in modo efficace.