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Scandalo “Case Popolari” a Reggio: Intrighi e Criminalità Organizzata
Minacce e pestaggi: Un’inchiesta che ha scosso Reggio Calabria ha portato alla luce un intricato sistema di corruzione e crimine legato alle case popolari del quartiere Santa Caterina. Dieci pentiti hanno testimoniato, riempiendo quasi 100 pagine di dichiarazioni che hanno rivelato un’oscura verità: le abitazioni popolari erano controllate da una cosca guidata da Carmelo Consolato Murina e Roberto Franco, con il presunto coinvolgimento di funzionari pubblici.
Connivenza criminale: Gli inquirenti sostengono che la gestione delle case popolari non esitava a ricorrere a minacce e intimidazioni per ottenere il controllo totale. Le intercettazioni hanno catturato momenti inquietanti, come minacce di tagliare la testa, bruciare vivo e persino pestaggi nei confronti di coloro che osavano opporsi alla volontà della ‘ndrangheta. Un clima di terrore permeava il quartiere Santa Caterina.
Revelations Shocking:
Dettagli rivelatori: Le testimonianze di Giuseppe Stefano Liuzzo e Maurizio De Carlo hanno gettato ulteriore luce sullo scandalo. Liuzzo ha parlato della gestione generale degli alloggi da parte della cosca Franco-Murina, mentre De Carlo ha puntato il dito contro Eugenia Rita Minicò, ex dirigente dell’Aterp, accusandola di favoritismo e corruzione nell’assegnazione delle case popolari. Si è scoperto che Minicò, agendo da avvocato, manipolava le assegnazioni in cambio di favori o denaro, ignorando le regole di assegnazione.
Controllo criminale: Le dichiarazioni di Giuseppe Morabito hanno confermato i sospetti sul ruolo dominante di Carmelo Murina a Santa Caterina. Morabito, con una lunga storia di associazione con Murina, ha rivelato dettagli su come insieme abbiano plasmato un percorso criminale che si protraeva dal lontano 1986. Queste testimonianze rivelano un quadro inquietante di corruzione e controllo criminale all’interno del sistema delle case popolari.