Camorra: 11 arrestati per droga, racket e faida tra clan
Camorra continua a mostrare la sua brutale presenza nell’area a nord di Napoli, con undici arresti che svelano un quadro di crimine e violenza senza precedenti. Secondo l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, i clan locali hanno perpetrato una serie di attentati e stese usando bombe per seminare terrore e imporre il pizzo. Gli attacchi miravano a commercianti e figure di spicco, come il comandante della polizia locale di Arzano e il parroco del Parco Verde di Caivano, don Patriciello, il cui manifesto funebre è stato trovato davanti al comando di polizia.
Questi episodi sono stati descritti come tentativi di mostrare la potenza della camorra e di intimidire ulteriormente la popolazione locale. Gli arresti sono avvenuti in seguito a un’operazione condotta dai carabinieri di Giugliano in Campania e di Caivano, che ha portato a accuse che spaziano dall’associazione di tipo mafioso al traffico di droga, estorsioni, e detenzione di armi. I principali indagati includono Francesco Pezzella, Pasquale Landolfo e il clan della 167 di Arzano.
La violenza e le estorsioni della camorra
Il giudice incaricato del caso ha evidenziato un grave incidente avvenuto nel marzo 2022, quando una bomba è stata fatta esplodere di fronte a una chiesa locale. Questo episodio ha portato il Viminale a fornire una scorta al coraggioso parroco, don Maurizio Patriciello, noto per il suo impegno contro la camorra. Le indagini hanno rivelato un quadro di estorsioni diffuse sul territorio, con i camorristi che costringevano imprenditori e commercianti a pagare il pizzo per poter lavorare senza problemi.
Le attività illecite includevano il controllo del territorio, con accordi che garantivano una sorta di ‘pax mafiosa’. I Ciccarelli, in particolare, erano responsabili del commercio di droga nel Parco Verde di Caivano, mentre il clan Pezzella gestiva le estorsioni. Gli indagati sono stati descritti come disposti a qualsiasi azione pur di ottenere profitto, incluso il piano per un triplice omicidio ordito da Landolfo contro membri di un gruppo rivale.
La lotta per il potere e le estorsioni
L’organizzazione criminale operante a nord di Napoli ha cercato di imporre la propria egemonia attraverso la violenza e le estorsioni, coinvolgendo imprenditori e commercianti in attività illecite. Una delle estorsioni rivelate coinvolgeva una somma di 20mila euro su un appalto da tre milioni di euro per la realizzazione di un parco urbano artistico nell’ospedale Cardarelli di Napoli.
Le indagini della Dda hanno svelato un intricato intreccio di interessi criminali tra vari clan camorristici, evidenziando una lotta per il controllo del territorio e delle attività economiche. La presenza della camorra in queste aree è ancora una realtà allarmante, con la necessità di azioni decise per contrastare la violenza e garantire la sicurezza dei cittadini.