Controversia sull’assistenza al suicidio: la posizione critica
Le recenti iniziative della giunta regionale dell’Emilia-Romagna in tema di suicidio medicalmente assistito sono, a nostro parere, totalmente inappropriate nel metodo e nel merito. La decisione di procedere con una delibera che svuota di significato ogni eventuale dibattito assembleare e che, di fatto, finisce per recepire acriticamente la sollecitazione dell’Associazione Luca Coscioni per rendere possibile l’accesso alle procedure del suicidio medicalmente assistito in tempi strettissimi solleva preoccupazioni. Questa ‘fretta normativa’ sembra voler imporre una nuova tabella di marcia alla discussione parlamentare e culturale in atto, istituendo norme sul fine vita che potrebbero mettere in crisi concetti fondamentali come accoglienza, compassione e cura.La vita non è un valore assoluto ma è un valore fondamentale. Ed è il fondamento di tutti i diritti. Rinunciare ad essa non equivale ad affermare un diritto, bensì a rinunciare a tutti i diritti. Considerare il suicidio assistito come una conquista civile potrebbe inaridire la società anziché arricchirla. La rapidità con cui si stanno muovendo le deliberazioni potrebbe compromettere una riflessione approfondita e rispettosa sui diritti e sulla dignità umana.
Il ruolo delle cure palliative e la visione integrale della persona
L’iniziativa della giunta mina le fondamenta culturali che rendono possibile uno sguardo integrale alla persona, punto cardine dello sviluppo civile. Uno sguardo aperto sul valore infinito dell’essere umano è ciò che genera un autentico principio di cura. Questo principio è fondamentale per mantenere la compassione e l’accoglienza come pilastri della società. La visione della persona come ‘preziosa e degna di stima’ è essenziale per preservare la dignità e la solidarietà umana.Per preservare questa prospettiva positiva, è cruciale sostenere la crescita di strutture che offrano servizi di cure palliative su tutto il territorio regionale. Questo garantisce un accompagnamento umano a coloro che si trovano in situazioni di sofferenza e fragilità. È vitale considerare le sfide profonde e misteriose che ogni individuo affronta di fronte alla malattia e alla fine della vita. La creazione di un ambiente di cura che rispetti la dignità e l’integrità di ogni persona è un passo imprescindibile verso una società più umana e solidale.
La difesa della vita e l’importanza delle cure adeguate
Le parole del cardinale Zuppi sottolineano l’importanza di proteggere la vita attraverso cure adeguate che mantengano la dignità fino alla fine. Questo richiede un’approccio che vada oltre la mera prestazione sanitaria, ricostruendo un’efficace alleanza terapeutica tra medici, familiari e pazienti. È essenziale garantire che nessuno sia abbandonato o isolato durante momenti di difficoltà e fragilità. La solidarietà e il sostegno reciproco sono elementi fondamentali per preservare la dignità e il valore di ogni individuo. In un contesto in cui le decisioni legislative possono avere impatti profondi sulla società e sulla percezione dei valori umani, è cruciale adottare approcci che rispettino la complessità e la sacralità di ogni vita umana. La riflessione su questioni etiche e morali come il suicidio assistito richiede un dialogo aperto e rispettoso, che tenga conto della complessità delle sfide legate alla fine della vita.